Interviste
"perseguire l’obiettivo ponendosi dei traguardi e fare tesoro di tutto, del bene e del male... Ma soprattutto consiglio di studiare molto e non risultare mai impreparato e, se dovesse succedere, di non esserlo mai due volte di seguito sulla sessa cosa."
Sergio Vitale, cantante lirico casertano, è il nuovo protagonista di Professione Musicista, il progetto di EduMus dedicato ai giovani studenti e, naturalmente, a tutti gli appassionati. In questa breve conversazione ci racconta la sua esperienza professionale, in Italia e all'estero, un punto di vista privilegiato per uno sguardo al meraviglioso mondo dell'opera lirica. Mettersi in ascolto è il modo più semplice che abbiamo per imparare...
Nome: Sergio Vitale
Età: 30
Professione: Cantante Lirico
Come vedi la Professione del Musicista in Italia?
In italia è tutto un tirocinio, anche per noi lavoratori dello spettacolo. Ovviamente, come in tutti i lavori, esistono i livelli. Mi spiego: esistono teatri e festival nei quali un giovane artista, a volte, si ritrova a dover accettare ingaggi con compenso economico “simbolico” pur di lavorare ed avere la possibilità di essere ascoltato da agenti o direttori artistici e sperare in un “avanzamento di carriera”. La cosa triste è che in Italia oggi “la crisi“ e i vari tagli fatti sulla Cultura hanno colpito soprattutto questi piccoli festival e teatri ed oggi un giovane si ritrova, quando capita, a dover affrontare il grande palcoscenico senza esperienza e senza il sostegno economico necessario per una trasferta, visto che la maggior parte dei teatri non anticipa nulla, anzi… ha ritardi nel pagamento che, in alcuni casi, arrivano anche ad anni. In poche parole, sì, si può vivere di musica ma solo se non sei all’inizio della carriera e se hai la fortuna di avere qualcuno che crede in te e investe.
Sei spesso all'estero per lavoro, trovi che ci siano differenze nel modo di concepire la professione del musicista?
Sì e devo dire che la differenza non è solo da parte delle istituzioni, lo è anche degli artisti che, già dall’inizio degli studi, si rapportano con più rispetto verso questa professione. L’istruzione all’estero, e purtroppo non solo quella musicale, è più completa e ti aiuta davvero ad iniziare una carriera perché, al contrario di quella Italiana, non è mirata solo al raggiungimento della licenza, ma ad una preparazione generale al mondo del lavoro e, nel nostro caso, nel mondo dello spettacolo.
Ti è mai capitato di dire “sono un cantante” e sentirti chiedere “e di lavoro cosa fai?”
( ahahaha ) Si certo, ma solo in Italia. Il problema è però che non sai mai cosa rispondere proprio per non offendere l’intelligenza, o presunta tale, di chi ti è di fronte.
Com'è la giornata di un Cantante Lirico?
Il cantante lavora con dei muscoli che hanno bisogno di un giusto rapporto tra esercizio e riposo. Ovviamente quando si è in produzione il riposo è molto difficile e quindi a volte siamo costretti a privazioni e “sacrifici“ che vanno dall’evitare di mangiare determinati cibi al dormire regolarmente ed evitare di fare le ore piccole. Il cantante non è diverso da uno sportivo, però a volte, ed ora parto del mio caso specifico, il troppo viaggiare non ti aiuta a trovare la giusta regolarità e ti ritrovi troppo spesso a mangiare in modo disordinato.
Quando hai iniziato a studiare musica e quando hai capito che non l'avresti più abbandonata?
Avevo 8 anni quando ho iniziato a studiare il clarinetto. Non ricordo neanche se ne ero felice ma ringrazio i miei genitori per aver creduto in me. Quando dovetti scegliere che scuola superiore fare, visto che ancora non esistevano i licei ad indirizzo musicale, pianificai con i miei genitori un piano di studi che mi aiutasse a non trascurare lo studio musicale. La speranza di diventare un musicista l’ho coltivata dal primo momento…
Hai mai pensato di intraprendere una strada diversa?
Almeno una volta al mese da 10 anni ad oggi ( ahahaha). La vita dell’ “artista” è difficile ed è piena di momenti altalenanti che vanno dalla gioia alla disperazione. La spiega molto bene Sergio Cammariere nella canzione “Vita d’artista”
Cosa faresti se non fossi un cantante?
Il calciatore (hhahaha) Penso seriamente che mi potrebbe piacere essere un cuoco anche se viaggiare è una delle parti più belle dell’essere cantante e non riesco a vedermi chiuso 10 ore al giorno in un a cucina tanto meno in un ufficio.
La tua compagna di vita è una cantante come te. E' un "bene" o un "male"?
Nel mio caso è un bene perché siamo in sintonia e ci capiamo. Io penso sempre che un rapporto, per farlo andare bene, lo si deve curare in prima persona.
Quando lavori con lei che differenze ci sono rispetto alle produzioni con altre colleghe?
Per me è più facile perché posso parlare e chiedere un consiglio una persona di cui davvero mi fido e che vuole solo il mio bene, spero questo sia anche al contrario.
Quale è stata al momento la tua più grande soddisfazione personale?
Soddisfazione personale non professionale più grande di sicuro è quella che, ad oggi, non rimpiango nulla di quello che ho fatto e che mi piace la mia vita con i suoi alti e bassi. Soddisfazione professionale di sicuro il Barbiere di Siviglia a Napoli, nel teatro della mia terra, dove lavorano molti professionisti che conosco e rispetto.
Come definiresti il tuo rapporto con gli insegnanti che hai avuto?
Purtroppo non è facile generalizzare e definire il rapporto che ho avuto con i miei insegnati, poiché ne ho avuti davvero molti in quanto ho studiato clarinetto, pianoforte, chitarra, violino e canto e tutte le materie complementari come teoria e solfeggio, armonia ecc.. Ognuno di loro ha messo un mattone nella mia formazione sia professionale che personale, anche se non di tutti ho un buon ricordo. Io, e questo fa parte del mio carattere, sono molto diffidente ma quando mi fido di qualcuno mi abbandono completamente. L’ho fatto con pochi e per mia fortuna l’ho fatto con le persone giuste. Potrei dire che con gli insegnati ho avuto un rapporto di amore e odio.
Qual è stato il ruolo della tua famiglia nel tuo percorso di studi?
Mi reputo fortunato di aver avuto sostegno da parte della mia famiglia dal primo momento. L’unico ruolo che ricoprivo era quello dello studente. Non mi è mai mancato nulla e spero di aver ripagato la fiducia datami.
Hai un profilo facebook ed anche una fan page facebook molto attiva. Essere “connesso” è per te più un piacere o una necessità professionale?
Io la vedo come una possibilità di condividere con amici e non, le varie esperienze che si vivono e di far sapere senza poi sentirsi dire “perché non me l’hai detto”, “dove sono gli spettacoli”, per potersi rivedersi dopo anni, magari per un caffè e quattro chiacchiere.
Lo spartito che non può mancare nella tua valigia?
Sinceramente non ho uno spartito che porto sempre come. Di sicuro quello dell’opera che devo fare.
Il tuo “compositore del cuore”?
Come si fa a sceglierne uno solo. Su tutti sceglierei Johann Sebastian Bach
Uno strumento che avresti voluto suonare?
La fisarmonica, e spero ancora di riuscirci.
Cosa consigli a chi decide di intraprendere la carriera del Musicista?
Consiglierei di perseguire l’obiettivo ponendosi dei traguardi e di fare tesoro di tutto, del bene e del male. Di non crogiolarsi quando le cose vanno bene e neanche di deprimersi troppo quando vanno male. Consiglio di cercare le priorità che non dovranno mai essere in discussione (amori, famiglia, passioni ecc…) serviranno per alleviare i momenti difficili che arriveranno. Ma soprattutto consiglio di studiare molto e non risultare mai impreparato e , se dovesse succedere, di non esserlo mai due volte di seguito sulla sessa cosa.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Studiare per affermarmi nel repertorio Donizettiano
Puoi anticiparci qualche impegno per il futuro?
Nel futuro immediato sarò impegnato al Convet Garden di Londra come Cover di Falstaff, ritornerò con mia grande gioia per il terzo anno consecutivo al Rossini Opera Festival di Pesaro e sarò protagonista ne “Il barbiere di Siviglia” al festival di Erl in Austria con la direzione del Maestro Gustav Kuhn.
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