Recensioni
Vladimir Jankelevitch, Ravel, Brossura pp. 151, Se 2013, ISBN-13 9788867230068
I contenuti
"Ravel è profondo proprio perché è superficiale: ed
è il prototipo della profondità limpida, quella di Vermeer e di
Terborch, che s'identifica completamente con la precisione, ed è il contrario
della profondità dialettica. Profondo è il lago in cui s'immerge
la meravigliosa Ondine, dice Roland-Manuel. Queste sono le apparenze che, oltre
a mettere a nudo la falsa profondità, rivelano anche la profondità
cristallina dell'ingenuità. [...] Ravel, l'artista più scaltro
che mai sia esistito, fu anche la creatura più puerile che si possa immaginare,
puerile come il principe Myskin di Dostoevskij; enigmatico, silenzioso e discreto
come l'Incomprensibile di Musorgskij; anima credula "piccolina, magrolina",
sembra sentirsi a suo agio soltanto in compagnia dei maggiolini, dei gatti e
dei bambini. Anche Ravel è un piccolo usignolo, una "solovuska",
come la vergine Fevronija. In mezzo a tutte le monellerie più o meno
sospette del dopoguerra, in mezzo a tutte le forme concertate e preordinate
dell'infantilismo moderno, Maurice Ravel rappresenta l'innocenza. La sua morte
ha segnato la fine della nostra innocenza".
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