25 ore
Inizio:23-02-2018
Fine:25-02-2018
Scadenza Iscrizioni:21-02-2018
CONDUCTING MASTERCLASS
Dal 23 al 25 febbraio 2018 il Santuario della Madonna della Milicia, sarà sede di una Masterclass in Direzione di Coro tenuta dal M. Enzo Marino con il suo metodo “Reticolare non idiomatico”, un approccio olistico, che ingloba la direzione del coro nella poliedrica possibilità di intervenire sulla conduzione del coro su più livelli. Il metodo reticolare non idiomatico si occupa infatti del contesto, del contenuto, del particolare all’interno del generale; del rapporto tra la componente musicale, testuale, culturale e sociale in cui l’autore, l’esecutore e il fruitore di un brano entrano in contatto. L’evento costituisce un’opportunità per i direttori di coro, ma anche d’orchestra e di banda che hanno intenzione di affinare la propria tecnica direttoriale in presenza del coro.
Dal 23 al 25 febbraio 2018 la Masterclass per Direttori di Coro prevede un massimo di 8 direttori effettivi. Il corso intende offrire strumenti e approfondimenti di tecnica e pratica direttoriale con il Metodo reticolare, non idiomatico* strutturato e affinato dal maestro in un decennio di sperimentazioni nei suoi cori e nei numerosi corsi tenuti in Italia e all’estero. Il corso è prioritariamente rivolto agli studenti già diplomati in Direzione di coro e/o Direzione d'orchestra ma anche a diplomati o a chi possiede una buona padronanza della lettura del codice musicale. L'ammissione in qualità di allievi effettivi è aperta anche a non diplomati se pur subordinata alla presentazione del curriculum artistico e dei titoli di studio, essere direttori di un coro sarà considerato un titolo di preferenza. E’ possibile frequentare la Masterclass da uditori.
Il corso si avvale della partecipazione di due cori Laboratorio con i quale gli alunni effettivi possono sperimentare la concertazione e la direzione dei brani oggetto di studio.
Contenuti
Problematiche di carattere pratico, tecnico e interpretativo. Questioni connesse alla preparazione fisica e posturale, alla concertazione, alla prassi, allo stile e alla cultura generale della polifonia, alla mission del Direttore, sì da poter offrire strumenti utili per affrontare con le dovute competenze la direzione del repertorio colto sia sacro che di altro genere. La seconda parte del corso è rivolta alla pratica direttoriale, con la possibilità di dirigere il coro laboratorio.
Durata e frequenza
Il corso ha la durata di tre giorni al termine dei quali sarà rilasciato un attestato di frequenza del corso. Ai fini del conseguimento dell’attestazione finale non sono ammesse assenze superiori a un terzo del monte ore totale.
La quota di frequenza comprende:
Partecipazione alla Masterclass tra il 23 e il 25 febbraio, partecipazione attiva all’eventuale saggio di fine Masterclass giorno 25 febbraio, tutto il materiale cartaceo e didattico occorrente.
UDITORI
Tutte le sessioni di lavoro saranno aperte al pubblico che potrà assistere alle lezioni in qualità di uditore previa iscrizione e fino ad esaurimento dei posti disponibili.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Quota di frequenza: Effettivi € 150; Uditori € 80.
Quota federati InChorus: Effettivi €120; Uditori € 65, sconto 20%
InChorus Federation www.ichorusfederation.com è partner dell’evento e partecipando come federazione patrocinante applica sconti agli effettivi e agli uditori.
*IL METODO
“Reticolare non idiomatico” di E. Marino
La didattica reticolare non idiomatica applicata alla direzione del coro corrisponde ad una pedagogia del “fare essenziale”. Un approccio olistico su cui si costruisce un pensiero e un gesto che rinunciano alla comodità e alla certezza di un paradigma statico e alla segmentazione dei concetti. Rinunciare alla sicurezza di un gesto rigido e univoco, potrebbe sembrare voler sostituire una certezza con un’ingestibile anarchia. È invece un dialogo, ricco di dettagli forniti ai cantori per guidarli in consapevolezza verso la loro massima capacità espressiva e comunicativa. Una didattica, quella reticolare, che tende ad integrare la dimensione cognitiva con quella affettiva, sociale e culturale.
La didattica reticolare rende il gesto del direttore adatto alla rappresentazione del materiale musicale, alla complessità della realtà e dei legami che intrecciano i diversi elementi in relazione reciproca. Questo modello si fonda proprio sull’integrazione dei singoli elementi che giungeranno così al fenomeno complesso come elaborazione personale di dati interattivi, costruisce percorsi individuali, ramificati e reticolari, in cui non esiste una gerarchizzazione degli elementi di conoscenza, ma sono le interconnessioni reciproche messe in gioco tra i vari elementi ad avere importanza. Questo ne fa, a mio avviso, una delle metodologie dagli aspetti più sperimentali, perché presenta la consapevolezza che non esistono strade univoche da adattare alle singole capacità degli studenti, dato che è un percorso aperto e flessibile, il più coerente possibile allo stile cognitivo dei singoli allievi direttori.
Questa è un’innovazione pedagogica che disorienta chi non è disponibile a concepire la scuola di direzione come scienza del cambiamento, ma piace molto a chi vuole avere strumenti di comunicazione vari ed efficaci. Implica due autonomie cognitive in nome della creatività: quella del direttore e quella dei cantori.
Riporto una frase del pedagogista Edgar Morin rivolta a coloro che intraprendono il mio metodo: “Per raggiungere il punto che non conosci, devi prendere la strada che non conosci”. Il punto centrale della mia didattica è quindi di trasmettere non del puro sapere, ma la cultura che è insita nei brani e che ruota intorno alla musica corale per far sì che ci permetta di comprendere la nostra condizione e di aiutarci a vivere e far vivere, di pensare e far pensare in modo aperto e libero. Trovo che questa debba essere la mission di ogni artista.
L’altra caratteristica del metodo: l’essere non idiomatico si traduce in un approccio alla gestualità non ortodosso che mira alla essenzialità e alla aderenza alla natura del brano da dirigere, ma soprattutto alla gestione non meccanica o esclusivamente metrica del tempo. Il tempo del direttore è quello della intuizione del pensiero, che nasce prima, il tempo dell’esecutore è una lettura di questo pensiero.
Applicare la didattica reticolare non idiomatica, significa accettare il pensiero delle “incertezze pertinenti” che consente al direttore di intervenire realmente nel brano anche durante l’esecuzione, così da ritornare ad essere in grado di esercitare su chi la fruisce una virtuosa “seduzione estetica”.
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