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«Acque pescose questa estate» Post dei Nobraino su Fb, ira sul web

La band folk-rock pubblica una frase ironica che suscita polemiche: espulsi dal concerto del 1° maggio a Taranto. L’autore: «Chiedo scusa, sono stato frainteso»

La band folk-rock pubblica una frase ironica che suscita polemiche: espulsi  dal concerto del 1° maggio a Taranto. L’autore: «Chiedo scusa, sono stato frainteso»

TARANTO - La band folk-rock dei Nobraino, formatasi nel 1996 a Riccione, è stata esclusa dal concertone del primo maggio a Taranto dopo una frase infelice di un componente del gruppo su Facebook in relazione alla strage di migranti nel Mediterraneo. Questo il post, che accompagnava il link di un articolo del blog Diritti e Frontiere, apparso questa mattina, e poi rimosso, sulla bacheca della band: «Avviso ai pescatori: stanno abbondantemente pasturando il Canale di Sicilia, si prevede che quelle acque saranno molto pescose questa estate». Un commento che è stato subito censurato dagli utenti del social network e che ha scatenato la reazione dei promotori del concerto in programma il 1° maggio a Taranto, giunto alla terza edizione.

Le polemiche
Il primo ad esprimersi era stato Roy Paci, che ha definito «parole vergognose» quelle dei Nobraino. Successivamente, il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, che organizza la manifestazione tarantina su diritti e legalità, ha confermato, sempre su Facebook, l’esclusione della band. «Non c’è spazio sul palco dell’#unomaggiotaranto - hanno annunciato - per chi non riesce a trattenere un battuta idiota e infelice». Un altro componente dei Nobraino, Lorenzo Kruger, ha spiegato sul social network che il post contestato è stato pubblicato da un altro membro della band. «Mi pare di capire - scrive - che ci sia stato un fraintendimento ma non sono qui a giustificare l’autore, ci penserà lui stesso. Io devo invece chiedere scusa perché un post sulla pagina dei Nobraino ha ferito la sensibilità delle persone; il momento è delicato, il silenzio è impossibile. Ogni parola è di troppo. Scusate davvero».

La difesa di Blogo.it
Altro che razzismo, «la battuta dei Nobraino era evidentemente contro i `responsabili´ di quel che accade nel Canale di Sicilia. Non contro le vittime». Parola di Alberto Puliafito, direttore di Blogo.it ed esperto di social media, che alla battuta fraintesa ha dedicato una spiegazione (www.soundsblog.it/post/354464/nobraino-facebook-strage-date-annullate). Puliafito afferma che per indirizzare nel verso giusto il significato della battuta sarebbe bastato leggere il titolo del link che la accompagnava. Meglio ancora, l’intero articolo contenuto nel link. Dunque, questa la battuta: «Avviso ai pescatori: stanno abbondantemente pasturando il Canale di Sicilia, si prevede che quelle acque saranno molto pescose questa estate». E questo il titolo del link: «Centinaia di morti e dispersi 120 miglia a sud di Lampedusa. L’Europa degli indifferenti rimane a guardare, occorre una missione di salvataggio gestita dalle Nazioni Unite. Basta con la criminalizzazione dei migranti e di chi li assiste». Secondo Puliafito, la questione è semplice, ed «è drammatico che la si debba spiegare». In ogni caso, «se anche la battuta fosse stata realmente infelice, per me: a) resta una battuta; b) era associata univocamente a un pezzo critico contro il potere che praticamente nessuno ha letto; c) la gogna e le purghe cui stiamo assistendo sono molto peggio di qualsiasi battuta infelice». Insomma, «ieri tutti Charlie. Oggi tutti contro i Nobraino. Sveglia. La battuta era contro il potere, non contro le vittime».

Le scuse dell’autore della frase: «Sono stato frainteso»
E infatti nel giro di qualche ora sono arrivate le scuse sul sito ufficiale del gruppo: «Mi occupo attivamente di protezione internazionale dei diritti umani dal 2009» è l’esordio del chitarrista Ne’stor Fabbri che si confessa «autore della frase che equiparava i naufraghi del Mediterraneo a mangime per pesci». Una frase del tutto fraintesa, ribadisce di fronte al moltiplicarsi delle critiche, illustrando la propria complicata strategia comunicativa di «mimetismo» per cui si finisce che «Zarathustra è Zelig! Il mio imperdonabile errore - spiega - è di non essere stato retoricamente capace di indirizzare la sfrontatezza contro i reali responsabili del massacro: gli autori delle politiche migratorie europee. Finendo così per offendere associazioni, militanti e liberi cittadini pensanti che mettono la loro vita a disposizione dei più deboli. Per questo motivo porgo a tutte le persone turbate ed addolorate dall’infelice esternazione di ieri le mie più umili scuse». Insomma, intendeva proprio difenderle quelle vittime: «Prima di dedicarmi a tempo pieno al chitarrismo - ha ricordato - ho lavorato presso alcune ONG in Spagna e Francia». E poi «nel 2011 coi Nobraino abbiamo preso parte, al progetto Boats 4 People: una flottiglia per fermare l’ecatombe nel Mediterraneo».

Fonte: www.corriere.it

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