News
di Giovanni Vianini - direttore del coro Schola Gregoriana Mediolanensis
In base alle esperienze fatte in 50 anni di servizio con il canto liturgico e alle
soluzioni adottate per cercare di ottenere un buon risultato nel modo di cantare la Musica
Sacra come preghiera e lode a Dio, non come forma di esibizione e/o di solo tecnica
vocale, scrivo, per i cantori che mi danno la fiducia e collaborazione nel tenere vivo il
canto gregoriano in liturgia, alcuni consigli per cantare bene il gregoriano.
Il canto gregoriano è preghiera cantata, quindi il suono deve essere sempre leggero,
legato e umile.
Anche quando si esprime la lode gioiosa, il suono sarà più partecipato ma non dovrà
essere grossolano o gridato.
Prima di cantare, sarà utile capire cosa si canta. Quando si canta è logico ricordarsi
che stiamo rivolgendoci a Dio, non siamo solo cantanti o musicisti; anche chi non ha il
dono della Fede, deve ricordarsi che stà praticando il canto sacro per eccellenza e
quindi sia attento nel comportamento e nell'espressione, rimanendo nell'ambito della lode
e della preghiera.
Il canto gregoriano, come la musica sacra in genere, non cerca gli applausi, se questo
consenso deve proprio avvenire, che sia espresso solo alla fine di una rappresentazione
concertistica, non comunque e ovviamente, in liturgia. In chiesa, negli spostamenti , i
cantori si muoveranno pacatamente senza guardarsi in giro per salutare o per farsi notare,
ma con l'umiltà di chi sta compiendo un importante azione liturgica e culturale, con
professionalità e buon gusto.
E' necessario pronunciare bene il testo, il testo della preghiera cantata può essere
molto interiore ma dovrebbe essere anche capito da chi ascolta, si trovi il giusto
equilibrio tra interiorità e comunicazione.
Non si canti mai di gola, quando le note salgono è necessario girare il suono di testa,
sarà così possibile una migliore intonazione. Per salire bene, nelle note alte le vocali
devono essere rimpicciolite, partecipate e pensate.
Attenzione alle note acute di passaggio, solitamente sono calanti perché gli si dà poca
importanza.
Nella Salmodia, curare l'intonazione della corda di recita o tenore, non cantare
mollemente ma partecipare sempre non solo con la voce ma anche e soprattutto con la mente,
se pensiamo cosa stiamo cantando, la qualità automaticamente sarà molto buona. Le
"A" non devono essere troppo aperte ma devono tendere leggermente alla
"O". Le "I" devono essere cantate pensando alla forma grafica della
"I" in verticale, altrimenti tendono alla "O" e calano.
Si canti osservando il ritmo della parola, le note, i neumi del canto servono ad
evidenziare il testo nel suo significato, quindi il canto avrà un "ritmo
verbale" non sillabato (il ritmo del testo parlato, è il ritmo del testo cantato).
Le frasi vanno sempre vissute, partecipate, slanciate all'inizio e riposate al respiro,
all'interno della frase tutto scorrerà legando da neuma a neuma; per ottenere una buona
legatura servirà conoscere bene la melodia, poi mentre si canta una nota, gia si pensi
alla prossima.
Negli intervalli di terza, quarta, quinta non collegare i suoni glissando come nell'opera
lirica, ma con l'aiuto di un ipotetica "H" davanti alla vocale e un leggero
rigonfiamento del suono (breve e delicata messa di voce) si passi da un suono all'altro
senza portamento o collegamento di note intermedie.
Le note finali non devono ripiegarsi nella conclusione del loro suono ma devono essere
sostenute nell'intonazione, la bocca deve rimanere aperta fino al termine della produzione
del suono; le note finali di semifrase o frase non siano brevi ma leggermente allungate e
abbiano, come gia detto, un leggero rallentato.
Le "N" finali devono risuonare leggermente nel naso con la lingua appoggiata al
palato.
Il gregoriano è canto del silenzio, nasce dal silenzio. Anche dalle nostre città
rumorose, quando cantiamo il gregoriano sarà bene ricordarci del silenzio monastico, dove
nel silenzio Dio si rende manifesto.
Prima di cantare sarà bene fare qualche vocalizzo e poi servirà unicamente silenzio e
concentrazione, la Musica Sacra è un sacro ministero, ricordiamoci l'importanza che ha il
canto gregoriano nell' azione liturgica.
La chiesa, come edificio, è un luogo di culto, non un salotto o un teatro; troppe volte,
in chiesa, al termine di una liturgia, si vede la gente parlare e scherzare. Terminato il
canto è doveroso e gradito il silenzio nel quale riecheggia la spiritualità del canto
gregoriano.
Nell'attuare queste idee, ricordo a me stesso e ai cantori:
L'umiltà, la coerenza e il silenzio.
2016 © Edumus.com è proprietà di Export Digitale Srl -
Sede legale e operativa: Via L. de Libero, 8 - 04022 Fondi (LT) -
P.IVA, C.F. e CCIAA di Latina IT02851780599 - Cap. Soc. 10.000€ i.v. - REA: LT-204311