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ANIMAZIONE MUSICALE: UN CROCEVIA


di Enrico Strobino
da "ScuolAmadeus" di maggio 2000

La parola animazione può emanare profumi diversi, è soggetta a molti usi a seconda dei contesti, mette in movimento una serie di pensieri, spesso i più vari, che sottintendono valori, finalità, pratiche e tecniche anche molto lontane. Parlare di animazione sociale e culturale restringe il campo, allontanando i paesaggi tipici dei villaggi turistici per condurci invece dentro ai territori dell’educazione. Anche qui tuttavia la parola va a porsi all’interno di un arcipelago: formazione, insegnamento, didattica, istruzione.

Non è mia intenzione qui cercare improbabili definizioni per queste parole. Penso, infatti, che ognuna di esse non indichi aree definite da confini netti; penso addirittura che siano parole che rappresentano tutto sommato delle astrazioni, che trovano la loro concretizzazione soltanto in professioni, persone, contesti e occasioni reali: probabilmente solo qui saranno effettivamente descrivibili. Sono d’altra parte convinto che l’idea di animazione – "musicale" nel nostro caso – possa tornare utile non tanto per porsi come nuovo termine astratto accanto agli altri, quanto per individuare all’interno delle varie mappe educative alcune trame, alcuni percorsi che interconnettono quell’arcipelago, che individuano uno stile – di lavoro, ma innanzitutto di pensiero – che può vivere autonomamente in una professione, ma che può anche e soprattutto attraversare e modificare quelle già esistenti. L’idea di animazione musicale è figlia di un pensiero complesso: un pensiero trasversale, che congiunge, che cerca, scopre e crea relazioni tra le parti e il tutto. In questo senso non è una disciplina; indica piuttosto una pratica sociale e culturale che intende incontrare le discipline, aprirle, metterle in contatto, ripensarle; una pratica che costruisce ponti e non muri. Sempre di più infatti chi opera in campo educativo – sul territorio, nella scuola di base, in conservatorio o in altre scuole di musica - è chiamato a ridisegnare le proprie competenze professionali per rispondere alle diverse domande di incontro con la musica.

Sfondi

L’orizzonte, il campo, l’area, non è quindi la musica, intesa come corpus di contenuti disciplinari codificati, ma l’esperienza umana e sociale della musica; un’esperienza musicale vista come incontro-confronto-trasformazione di risorse, desideri e identità. Protagonista quindi è l’homo musicus, che vive e si manifesta nella musicalità di ognuno di noi, accanto alla musica come evento comunitario, sociale e politico, in grado di contribuire a costruire paesaggi di creatività e benessere nel nostro vivere quotidiano.

Che cosa ci muove allora principalmente, che cosa c'interessa di più nel proporre esperienze musicali? C'interessa partire dal desiderio delle persone: educatori, musicisti, insegnanti, ragazzi e ragazze, bambini e bambine, giovani e anziani. Partiamo dai sogni, dai progetti, dai vissuti e dalle risorse che vanno a disegnarne le identità personali e collettive, cercando di tesserle, di farle incontrare e confrontare, in un circuito a spirale, con i saperi musicali. Questo valore dialogico diventa dominante su altri più contingenti: va a delineare uno scenario educativo polifonico, in cui i sensi e i significati, i punti di partenza, i percorsi e i punti d'arrivo, siano continuamente contrattati, interpretati, co-progettati. Ciò porta inevitabilmente a rinunciare all’obiettivo di trasmettere saperi musicali predefiniti, a favore di progetti che si propongono invece di discutere, confrontare, rielaborare e rendere funzionali questi saperi.

L’animazione allora può essere descritta come una specie di artigianato che ha a che fare con l’emozione e il piacere, che suggerisce metodi, procedimenti, itinerari di ricerca e di scoperta, che infine pone l’accento più sul fare che sullo studiare: il movente è l’interesse presente, è fare esperienze finalizzate ad essere qui e ora, partendo da motivazioni personali, più che uno studio motivato dall’esterno e indirizzato a realizzazioni differite, verso futuri più o meno lontani. L’accento cade sugli aspetti relazionali, strettamente legati all’idea di gioco, a quell’ homo ludens per il quale la dimensione estetica del godimento e della conoscenza dei sensi crea emozione, sorpresa, stupore, meraviglia. Il gioco definisce lo scenario rituale dell’animazione musicale, che non si caratterizza quindi in prima istanza come esperienza finalizzata né all’apprendimento né allo spettacolo. In altre parole chi partecipa ad un’esperienza animativa non si propone primariamente di imparare, né di rappresentare, ma vuole soprattutto vivere un’esperienza esteticamente gratificante, gioiosa e felice. L’apprendimento rimane come attore non protagonista, come finalità implicita, gratuita, non contrattata, come opportunità e non come obbligo. Come in ogni gioco che si rispetti chi gioca non chiede nulla in cambio.

Figure

Il gruppo è il soggetto privilegiato, portatore di una cultura locale, relativa, specchio infedele di culture legate a macrodimensioni, che vengono rielaborate, riconvertite, riappropriate ad un livello micro, legato a persone, spazi e tempi determinati. C’è animazione quando c’è lavoro di gruppo, che si dà in ogni situazione in cui gli individui perseguono un obiettivo condiviso, in cui le attività sono portate avanti in modo cooperativo e non competitivo. E’ proprio tale condivisione a funzionare da motore propulsivo per la crescita del gruppo stesso.

Qui si innescano le varie tecniche, specifiche – ovvero strettamente legate a competenze musicali – o a-specifiche – mutuate da altri campi educativi, espressivi, artistici, e riconvertite al musicale -.

La musica d’insieme, l’improvvisazione e la composizione collettiva, la narrazione autobiografica, l’espressione corporea, il teatro e così via: pratiche che in un gioco di squadra condividono e ricercano un’idea di cultura capace di connettere, di tessere insieme saperi diversi, sempre più verso una prospettiva globale, multidimensionale.

Pensare all’animazione musicale significa allora provare a disegnare un crocevia, da cui possono passare molti viaggiatori, che seguono mappe, che inseguono mete, che progettano itinerari diversi, ma che possono condividere stili di pensiero, che possono riconoscersi in alcuni valori fondamentali, legati al vivere nel modo più felice possibile anche gli incontri con la musica.

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