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di Gaetano Santangelo
Il rock e la musica pop lo hanno risolto da tempo il problema di coinvolgere in modo attivo le decine di migliaia di spettatori che spesso si sottopongono ad autentiche migrazioni per non perdere un esibizione del proprio idolo affollando stadi e arene di città e paesi lontani, fino a spingersi talvolta in altri continenti. I perché di tali comportamenti riguardano più i sociologi che i musicologi, ma non ce la possiamo cavare così a buon mercato. In fondo, l’esecuzione della Marcia di Radetztky è uno dei momenti più amati dal pubblico che affolla la sala del Musikverein di Vienna e assiste alle battute conclusive dei Concerti di Capodanno battendo le mani a ritmo di marcia, complici i grandi direttori che girano le spalle all’orchestra e dirigono i battimani degli spettatori divertiti e seriamente impegnati. Sarà anche un argomento da sociologi, ma è inevitabile che anche i musicisti e i compositori in particolare si pongono qualche domanda in proposito. Il compositore Nicola Campogrande, è noto per opere che hanno trovato d’accordo, una volta tanto, critica e pubblico. Di lui ha scritto su Repubblica Angelo Foletto: "La musica di Campogrande ha la dote (rara, oramai...) di non avere bisogno di presentazioni né di spiegazioni, perché entra (e spesso lascia tracce) nella memoria sonora, passando direttamente dall'orecchio. Quindi diventa subito familiare – talvolta facile (in apparenza) da ricordare – anche se non è priva di originalità o, semplicemente, orecchiabile" Su commissione dell’Orchestra Verdi di Milano Campogrande ha composto 24 “Expo Variations” la cui esecuzione inizia il 7 maggio e si concluderà il 20 ottobre. Lo stesso Campogrande in un’intervista rilasciata ad Amadeus (maggio 2015) ha spiegato: «Corbani (direttore generale della Verdi) mi propose per Expo un progetto di respiro internazionale, che celebrasse il ruolo di Milano città aperta… Nascono così le Expo Variations. Ho elaborato gli inni di 24 paesi che partecipano a Expo, lasciando sempre traccia del materiale originario ma rielaborandolo ogni volta con le più diverse orchestrazioni». Ma nel caso che stiamo segnalando ai lettori si tratta di un lavoro che va oltre i confini suddetti, prevede infatti in partitura la partecipazione del pubblico che sarà dotato di strumenti insoliti per un concerto di musica d’arte: caramelle (questa volta non dovranno servire a calmare i colpi di tosse), la voce (ma non è di un coro o di un solista, ma del pubblico in sala), e al kazou (uno strumento che di cui si serve a volte Paolo Conte). Il Concerto per pubblico e orchestra da Nicola Campogrande sarà eseguito a Parigi con dalla Philharmonie de Paris e dell’Orhchestre National de l’Île de France il 21 giugno, giorno in cui si celebra la Festa della Musica.
Fonte: www.amadeusonline.net
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