Recensioni
Diego Miscioscia, Miti affettivi e cultura giovanile, Brossura pp. 128, Franco
Angeli 1999, ISBN: 884641408X
Contenuto:
“Da alcuni anni il mondo della cultura giovanile invia segnali piuttosto
enigmatici e contraddittori, segnali simbolici selezionati e prodotti consapevolmente
dai giovani per soddisfare le proprie esigenze espressive e di comunicazione
sociale, a volte realizzate attraverso linguaggi provocatori”.
Per coloro che, come educatori ed insegnanti, hanno a che fare ogni giorno con
i giovani emerge sempre più l’esigenza di avere strumenti aggiornati
per comprendere ed entrare in comunicazione con un mondo, quello della cultura
giovanile, sempre in movimento e trasformazione. Di qui nasce l’interesse
per Miti affettivi e cultura giovanile, un testo non recente ma ancora attuale,
che presenta una serie di riflessioni sulla cultura giovanile. Essa, ieri come
oggi, dà ai ragazzi la possibilità di esprimersi: se un tempo
erano il mito di Elvis Presley e quello dei Beatles a offrire l’occasione
di “perdersi nell’illusione di trovare se stessi”, oggi tutto
ciò si presenta in altre forme per esempio nel glam, nella disco, nella
techno, solo per citarne alcune.
Diego Miscioscia, psicologo e psicoterapeuta, affronta temi fondamentali per
coloro che hanno il delicato compito di entrare in relazione con i più
giovani e lo fa mettendo in risalto la funzione di rispecchiamento della cultura
giovanile, come essa sia strumento e guida della loro crescita, anche quando
i loro valori entrano in conflitto con quelli degli adulti.
Nuove strade si aprono quindi in campo culturale, nuove vie di espressione nella
moda, nella body art, nell’arte dei graffiti, fino alla pratica di sport
estremi e a valicare la frontiera del cyberspazio navigando nel web e giocando
con i videogiochi.
Buona parte del libro è dedicata alla musica come strumento di autoconsapevolezza
e di scoperta di sé, capace di mettere in connessione l’anima giovanile
e i generi musicali, la globalizzazione, il pacifismo e i concerti come importanti
momenti di socializzazione.
L’autore si domanda quali siano i miti affettivi presenti in tali manifestazioni,
quali bisogni cercano di soddisfare e quali urgenze emergono nelle diverse fasi
di crescita della persona.
La risposta passa anche attraverso la musica che rappresenta la colonna sonora
di un epoca, il primo e il più importante linguaggio attraverso cui le
nuove generazioni definiscono in prima battuta la propria appartenenza e la
propria identità collettiva. Grazie a questo linguaggio fatto di parole,
ma anche d’emozioni e d’affetti tradotti in suoni e ritmo, i ragazzi
celebrano la propria nascita sociale, vale a dire la nascita dei propri valori
e della propria cultura; di conseguenza la musica giovanile esprime la speranza
delle nuove generazioni. Essa al tempo stesso parla delle tante difficoltà
che i giovani incontrano lungo la strada della propria nascita sociale ed esprime,
quindi, anche dolore, rabbia, voglia di ribellarsi, disperazione e impotenza.
Davide Donelli
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