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di Carlo Delfrati
da ScuolAmadeus di Marzo 2005
Lo scorso 14 gennaio il Ministero dell Istruzione rendeva pubblico un documento che sollevava allarme e scalpore fra gli educatori. E' la bozza di un decreto riguardante la riforma della scuola secondaria superiore. Ordinata in indirizzi, otto per l'esattezza, che ricalcano alla fin fine quelli attualmente esistenti, rivisitati secondo lo schema già impostato nel 2000-2001 dal Ministero De Mauro. I critici di quella bozza non hanno mancato di denunciare il rischio che si prefiguri una sperequazione tra la categoria degli ottimati, che potranno accedere agli studi universitari, e i disagiati che dovranno accontentarsi di istituti di avviamento al lavoro: un progetto innovativo a passi di gambero!
Tra gli indirizzi liceali, ora come nello schema del 2000, un liceo musicale. Un liceo che dovrà pur fare i conti con la fascia intermedia degli studi musicali finora riservata al conservatorio. Se si pensa che questo nuovo liceo vada a sostituire quella fascia, come sarà mai possibile che possa accedervi qualunque licenziato di scuola media, come prevede la legge, dunque anche chi non abbia una preparazione musicale adeguata? E se invece il ciclo intermedio dei conservatori continuerà a sussistere, come potrà giustificarsi il livello universitario ormai riconosciuto dalla legge ai conservatori di musica? Un bel rebus per il Ministro e per i suoi collaboratori.
Ma ben altro sconcerto solleva il curricolo previsto per gli altri sette licei. Chi pensava che fosse ormai il tempo di superare, nel XXI secolo, l'atavico concetto di cultura come semplice padronanza del leggere/scrivere/fardiconto, resta beffardamente deluso quando guarda quali discipline vanno a costituire il bagaglio obbligatorio dello studente: discipline verbali e scientifico-matematiche. Unica coraggiosa novità, la presenza della storia dell'arte: il Ministro si è probabilmente accorto che viviamo in un epoca in cui il giovane va adeguatamente attrezzato a gestire la dilagante comunicazione visiva. A quanto pare, si è dimenticato che i messaggi non arrivano solo attraverso gli occhi ma anche attraverso gli orecchi, che l'universo della comunicazione non è semplicemente visivo ma audiovisivo, che la musica non è semplicemente un iners negotium, ma pensiero. Chi dunque attrezzerà il giovane alla sfida che quotidianamente gli impone la pervasiva presenza dell'audio nella sua vita? Chi fornirà strumenti non solo per il suo pensiero visivo ma anche per il suo pensiero uditivo? Che mondo di vedenti-sordi stiamo preparando? Come si può dimenticare che il suono è la materia prima di un immenso patrimonio di valori intellettivi e affettivi che le generazioni del passato e del presente, delle terre nostre e di quelle lontane, mettono a nostra disposizione? Sempre che siamo in grado di decifrarli!
La musica è la grande assente dal progetto liceale del Ministro. Che compie un secondo passo da gambero rispetto al suo predecessore. Come dimenticare infatti che la Commissione De Mauro chiuse nel 2001 a Fiuggi i suoi lavori auspicando all'unanimità che la musica fosse presente nel biennio di tutti gli indirizzi liceali? Ora non solo quel voto è stato cancellato, ma è stata brutalmente soppressa la presenza della musica anche in quegli istituti superiori in cui era insegnata, come il socio-pedagogico nel quale si rimodellava il vecchio magistrale.
I musicisti protestano, giustamente. Non poche istituzioni, a cominciare da Amadeus, hanno lanciato appelli, come quelli che ripubblichiamo in queste pagine. Ma qui non è tanto in gioco il destino professionale di una categoria. A sentirsi toccata nel vivo dovrebbe essere l'intera comunità di chi ha a cuore il destino culturale delle future generazioni.
Il documento di lavoro del MIUR che presenta i quadri orari dei futuri otto licei è pubblicato sul sito www.istruzione.it.
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