Recensioni
F. Ferrarotti, HOMO SENTIENS. Giovani e musica, La rinascita della comunità dallo spirito della nuova musica, Brossura pp. 148, Liguori Editore Napoli 1995 - 2002
A nove anni dalla prima edizione Homo sentiens rimane un testo ancora attuale
e interessante per chi si occupa di educazione musicale. Individuando alcuni
punti nevralgici del problema giovanile, l'autore, uno dei maggiori sociologi
italiani, propone un'articolata riflessione sulla relazione giovani - musica,
indagata a partire dal lontano 1969, in occasione del raduno di Woodstock, a
cui anch'egli era presente.
La tesi di fondo del libro può riassumersi in poche parole: "La
musica oggi, per i giovani e i giovanissimi, non è qualche cosa che semplicemente
si ascolta, in silenzio, come un rito noto e scontato. La musica è scoperta,
avventura e rifugio. La musica è la casa da abitarsi, il luogo del grande
incontro" (pag. 71).
Intorno a questa concisa affermazione ruotano i ventinove capitoli, quasi tutti
brevi e di agevole lettura che compongono Homo sentiens. Una rapida carrellata
su alcuni titoli può aiutare a comprenderne sinteticamente il contenuto:
"La scoperta del ritmo"; "Dalla trasgressione all'autonomia";
"La discoteca come tana primordiale"; "Dalla tana alla nuova
agorà"; "Il bisogno di adorare". Esigenze psicologiche
autentiche come il bisogno di identità, di riconoscimento, di identificazione
e di ricostruire la comunità perduta, spingono i giovani a privilegiare
condotte espressive, che creano legami di gruppo, che aiutano il formarsi di
una coscienza collettiva, rispetto a condotte strumentali, orientate al raggiungimento
di un fine con strumenti, tempi e modalità opportunamente scelti. In
sostanza si registra la momentanea ma totale "erosione del nesso logico"
per cui "l'espressione si fa strada a scapito della riflessione" (pag.
9). La musica infatti aiuta il passaggio e il recupero d'un modo non lineare
e sequenziale bensì più profondo nella logica dell'uomo, quello
dell'ascolto interno.
"Non più solo ascolto - compunto, informato, dotto - ma esperienza
totale, spettacolo visivo, danza e movimento. In questo senso, la musica dei
giovani si confonde con la loro parabola esistenziale, si identifica con essa,
ne condivide le frustrazioni, la precarietà, il carattere aleatorio,
la contingenza, la mancanza di regole" (pag. 73). Per inciso mi piace sottolineare
come da diversi anni alcune delle coordinate fondamentali entro cui si pratica
l'educazione con il suono e con la musica, un po' a tutti i livelli scolastici,
siano proprio l'esperienza globale, la danza, il movimento e lo spettacolo visivo.
Non si tratta, come è ovvio, di una semplice coincidenza.
Proseguendo, Ferrarotti propone interessanti considerazioni sull'esperienza
musicale dei giovani ricordando "la vocazione fondatrice della musica",
il forte legame fra "musica e comunità", il passaggio "dal
conservatorio domenicale al raduno rock", "dal jazz elitario al rock
dei giovani", fino al rap che ha ridato la parola alle nuove generazioni,
riportandole alle radici popolari più autentiche.
Un ultima annotazione merita il titolo. L'homo sentiens rappresenta per l'autore
questo prototipo di uomo tutto proiettato sull'espressione e sull'ascolto interiore
a scapito della riflessione, in netta contrapposizione al socratico homo sapiens
che, quanto meno, sapeva di non sapere. Il futuro, ci si augura, sarà
appannaggio di un homo humanus "capace di intelligenza riflessa e nello
stesso tempo non vergognoso dei suoi sentimenti" (pag. 87).
Una articolata riflessione, qui brevemente sintetizzata, che richiede una attenta
lettura di queste pagine per meglio comprendere il pensiero di un sociologo
che osserva, ascolta e cerca di comprendere i giovani e il loro mondo, anche
attraverso la loro musica.
Davide Donelli
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