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Fiorella Mannoia: \"Il mio pubblico mi somiglia, insieme andiamo oltre la musica\"

Parla l\'artista che questa sera festeggia quarant\'anni di carriera con un concerto all\'Arena di Verona. Uno stile inconfondibile, sempre al passo con i tempi, il rapporto con gli altri autori. \"Se non avessi avuto il privilegio di cantare canzoni fantastiche, di avere vicino a me De Gregori, Fossati, Ruggeri e tutti quelli che hanno contribuito alla mia storia, forse non sarei qui\"

Parla l\'artista che questa sera festeggia quarant\'anni di carriera con un concerto all\'Arena di Verona. Uno stile inconfondibile, sempre al passo con i tempi, il rapporto con gli altri autori. \

di Ernesto Assante

MANCA poco all'inizio di una serata speciale per celebrare quarant'anni di musica e Fiorella Mannoia, sempre tranquilla, non lo è affatto: "In realtà sono parecchio agitata, ospiti, incastri, l'Arena piena... saranno anche passati quarant'anni ma io non mi ci abituo mai. E poi tutta questa gente che viene a vedere il concerto... bisogna cercare di fare il meglio".

Dopo tanti anni di musica, sente di avere ancora qualcosa da dimostrare?
"Ma no, non si pensa a una serata come questa con l'intento di dimostrare qualcosa. Ma c'è la sana agitazione di un incontro importante. L'Arena di Verona non è un posto come un altro, ha un'atmosfera particolare, uno scenario incredibile, con la gente tutta attorno, sette-ottomila persone, tutti questi ospiti importanti, è ovvio che crei agitazione. Ma è anche vero che non vedo l'ora, sarà una bellissima festa, per concludere questo anno di lungo tour con grande soddisfazione".

Soddisfazione dovuta a un successo sempre più grande. Se lo aspettava?
"Non avrei immaginato, mi ero abituata a uno standard, al mio zoccolo duro di pubblico che non mi ha mai abbandonato e mi ha permesso di andare avanti nei teatri per tanti anni. Inaspettatamente questa carriera ha avuto un picco in alto in questi ultimi anni. Mi fa piacere perché significa che non si tratta di un fatto solo musicale ma anche di stima umana. Le persone vengono non solo a sentire musica ma anche, oserei dire, perché con me si sentono meno sole, si sentono  un po' rappresentate. E' gente che mi somiglia, per la musica ma non solo, lo sento quando mi scrivono, mi contattano, quando mi incontrano, e questo mi fa ancora piu piacere, mi inorgoglisce, va al di là della musica. Sarà forse per le scelte che ho fatto, le battaglie che ho portato avanti, per cui mi sono spesa, per la mia libertà di pensiero. La gente sa che non appartengo a nessuno, cerco di essere obiettiva nell'esternare il mio pensiero e tutto questo va di pari passo con la musica. Si, quello che mi onora di piu è la stima da parte del pubblico".

E' stato più difficile conquistare tutto questo essendo donna?
"Solo in parte perché in ogni campo quando sei donna è certo che devi lavorare, faticare di più per dimostrare di essere anche intelligente o almeno non stupida come vogliono gli stereotipi e i pregiudizi. Ma ci siamo abituate".

Lei ha uno stile personale e inconfondibile. 
"Non ci ho mai ragionato, ho sempre cantato secondo le mie doti vocali e la mia sensibilità ed è andata bene così. Non ho una grande estensione, troppo in alto non ci vado, questo probabilmente mi ha portato a scegliere determinate canzoni invece di altre. Ma in realtà, se ci penso bene, non è stato mai così, perché a farmi scegliere una canzone è quasi sempre stato il testo, parole che mi corrispondessero. Io so dare peso alle parole, so che quello che dico mi rappresenta, che le parole sono importanti. Parto da questa base, leggo il testo, se mi corrisponde lo canto, anche una canzone che musicalmente è meno bella. Certo, per fare questo, un filo di cultura te la devi fare, se non capisci le metafore di un testo cantare diventa ginnastica vocale. Però, l'ho detto tante volte, se non avessi avuto la fortuna e il privilegio di cantare canzoni fantastiche, di avere vicino a me De Gregori, Fossati, Ruggeri e tutti quelli che hanno contribuito alla mia storia, forse non sarei qui, forse la mia dote, quella di saper commuovere, di andare dritta ai sentimenti, sarebbe emersa con maggiori difficoltà".

Questo lavoro le ha dato molto. Cosa le ha tolto?
"No, non mi ha tolto niente. Non ho figli, per un certo periodo li ho cercati, non sono arrivati, ma non posso dare la colpa a questo mestiere. Il destino ha voluto così, mi reputo solo privilegiata, sono una donna fortunata, faccio un lavoro che mi piace, che mi permette di vivere bene, ho la coscienza pulita perché non ho quasi mai accettato compromessi, ho detto di no anche a guadagni più facili. E continuo a non rinunciare alla mia vita, vado a fare la spesa al supermercato, vado al ristorante con gli amici, continuo a girare e uscire da sola. Non ho permesso al lavoro di isolarmi e di farmi perdere il contatto con la realtà".

Riuscendo anche a restare al passo con i tempi, non legata a un unico repertorio o a un unico suono.
"Ho cercato di avere sempre orecchie e occhi aperti, di spingermi sempre in avanti anche dando delle opportunità a giovani che lavorano con me. I miei arrangiatori oggi non hanno neanche quarant'anni e fino a ieri erano sconosciuti. E' un rischio, ma lo dovrebbe correre ogni artista, dopo tanti anni o ti solidifichi e ti annoi o stai con le orecchie aperte per restare al passo con i tempi, trovando il suono giusto per esprimere contemporaneità".

Come vede la nuova generazione della musica italiana?
"Alcuni personaggi li amo, altri mi piacciono meno, ma è anche vero che questo percorso che fanno al contrario, poverini, non gli da il tempo di crescere. Anche io ho cominciato con canzoni che oggi forse non ricanterei, ma mi sono costruita e piano piano ho capito quale era la mia strada. Noi giudichiamo i ragazzi per quello che fanno ora, ma cominciano adesso e devono poter avere il tempo di crescere e andare oltre, vorrei giudicarli tra qualche anno, capire come si stanno evolvendo ma questo sta solo nelle loro mani".

Stasera la grande festa. E poi? Quali sono i progetti per i prossimi quarant'anni?
"Per adesso non faccio programmi così lunghi! Finito il tour, mi dedicherò alla chiusura del disco di Loredana Berté che mi vede per la prima volta nel ruolo di produttrice. Loredana è straordinaria, ha una capacità vocale che poche altre hanno e un repertorio incredibile sul quale si stanno confrontando molte delle nostre colleghe che duetteranno con lei nell'album. Sono così felice e onorata che mi abbia dato questo incarico, che mi abbia dato fiducia, questa responsabilità la sento forte, stiamo parlando della piu grande artista pop rock italiana, tutte noi le dobbiamo qualcosa. Sarà il suo ritorno e devo lavorare al massimo perché lei sia contenta e abbia l'occasione di riprendersi quello che è suo".

Fonte: www.repubblica.it

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