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I Red Priest, gli Stones della musica antica

Fa tappa a Bolzano il 30 luglio l’ensemble britannico che ha una visione particolare della musica antica

Fa tappa a Bolzano il 30 luglio l’ensemble britannico che ha una visione particolare della musica antica

Hanno rivoluzionato il panorama della musica antica e tornano sul palco di Antiqua il 30 luglio alle 20.30 nell’ambito del Bolzano Festival Bozen: sono i Red Priest, formazione britannica capitanata dal flautista Piers Adams che si esibirà nei suggestivi spazi di Castel Mareccio, nel concerto intitolato ”Handel in the wind”. Nonostante il loro nome richiami il prete rosso Vivaldi, Julia Bishop (violino), Angela East (violoncello) e Howard Beach (clavicembalo) e Pier Adams (flauto), sono l’unica formazione in questo ambito così dinamica e versatile da essere paragonata dalla stampa internazionale ai Rolling Stones e a Jackson Pollock, al Cirque du Soleil e ai fratelli Marx. «La mia passione per la musica antica è nata in parallelo con il mio interesse per il flauto, che iniziai a studiare a 11 anni, grazie al mio insegnante David Munrow, il primo a farmi conoscere questo tipo di musica» afferma Pier Adams, leader della band. «Gli altri generi di musica classica non mi hanno mai affascinato più di tanto … la purezza dell’armonia e la chiarezza del ritmo della musica barocca invece, mi hanno toccato profondamente». Sulla scia dei successi dei loro ultimi concerti “Johann I’m Only Dancing” e “Carnival of the Seasons” dedicati rispettivamente a Johann Sebastian Bach e a Antonio Vivaldi, i Red Priest si confronteranno in questo ultimo lavoro con un altro gigante della musica barocca, vale a dire Georg Friedrich Händel in un programma che include sonate, oratori e cantate intervallate da composizioni dell'ensemble. La band britannica è una miscela unica di prassi esecutiva, virtuosismo strumentale, libertà interpretativa dei pezzi e di un singolare stile gipsy. Come si coniugano queste dimensioni apparentemente opposte tra loro? Per Pier Adams il problema non si pone. «Prima di tutto queste dimensioni non sono assolutamente opposte. Questo è uno dei grandi errori dell’approccio accademico alla musica antica» sostiene Adams. «Testimonianze del Settecento ci parlano di esibizioni di incredibile energia e passione e molti musicisti godevano di fama e di popolarità paragonabili a quelle delle nostre rock star. Solo al giorno d’oggi abbiamo adottato la cultura della “correttezza”, come per paura di offendere un grande maestro scomparso da anni. E’ ora di dare nuova vita a questa musica e di infonderle nuova energia, proprio come era un tempo».

Fonte: www.amadeusonline.net

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