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«Il brano di Sanremo era un plagio» Condannato il cantante Montagné

Il cantante francese condannato a pagare due milioni per «On va s’aimer»L’artista e pianista non vedente è noto in tutto il mondo: danni calcolati dal 1995

Il cantante francese condannato a pagare due milioni per «On va s’aimer»L’artista e pianista non vedente è noto in tutto il mondo: danni calcolati dal 1995

di Luigi Ferrarella

MILANO In Francia è popolare più di Aznavour e i giornali di musica calcolano che ancora l’anno scorso abbia incassato 58 milioni di dollari in introiti vari, negli Stati Uniti (dove pure ha spopolato negli anni con la traduzione dei suoi successi) lo paragonano spesso a Steve Wonder perché anche il 63enne cantante e pianista francese Gilbert Montagné è cieco. Ma ora ha un altro motivo, meno lusinghiero, per tornare alla ribalta: il Tribunale civile di Milano lo ha infatti condannato - in solido con il paroliere Didier Barbelivien, con la Abramo Allione Edizioni Musicali srl e la Universal Music Italia srl - a un risarcimento di 2 milioni di euro per plagio di una delle sue canzoni più famose, On va s’aimer , del 1983, che Montagné l’anno dopo presentò come ospite al Festival di Sanremo nella traduzione Just for tonight
Ad essere vampirizzata - ha stabilito un lunghissimo procedimento trascinatosi dal 2002 al 2012 nel merito, e poi dal 2012 ad oggi nella quantificazione del danno - fu la canzone Une fille de France composta nel 1975 dal musicista Michel Cywie e dal paroliere Jean-Max Rivière, ed edita da Première Music Srl.

La cifra del risarcimento è straordinariamente alta per gli standard dei danni riconosciuti nei tribunali in caso di plagio musicale, solitamente attestati intorno alle decine di migliaia di euro. In questo caso, invece, la giudice della prima sezione civile, Martina Flamini, ha valorizzato la direttiva comunitaria n. 48 del 2004 sul rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale, direttiva attuata da un articolo del decreto legislativo 140/2006 in sostituzione della norma del 1914. Nel caso in questione, il risarcimento è stato così calcolato in misura pari al totale dei proventi maturati dalla canzone sia in Italia che all’estero dal 1995 ad oggi, da riversare appunto agli autori ed editori vittime del plagio. E il risarcimento sarebbe potuto essere ancora più gigantesco se gli anni più gonfi di royalties, e cioè quelli tra il 1983 e il 1994, non fossero ormai prescritti.

All’esito del giudizio, il Tribunale nella sentenza pubblicata il 17 aprile ha condannato Montagné (con i suoi paroliere ed editori) a risarcire alle controparti assistite dagli avvocati Giacomo Bonelli e Giorgio Mondini non solo il danno emergente e lucro cessante del plagio (cioè i mancati introiti se fossero stati rispettati i diritti d’autore) stimati in 1 milione e 949.908 euro più interessi, ma anche i danni morali ai coautori della canzone, fissati in 50 mila euro a testa, nonché le spese legali per 109.000 euro; e ha ordinato la pubblicazione per estratto della sentenza su Repubblica e sul mensile XL a spese dei condannati. 

Fonte: www.corriere.it

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