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Il misterioso caso del Violino nero risale al 1764, quando il celebre compositore Jean-Marie Leclair fu brutalmente assassinato nella sua abitazione a Parigi. Per saperne di più sull'argomento violini e sul segreto degli Stradivari potete consultare il nostro articolo http://www.edumus.com/it/articolo/stradivari_alla_scoperta_dei_migliori_strumenti_al_mondo_135715.html#incidenti
Il misterioso caso del Violino nero risale al 1764, quando il celebre compositore Jean-Marie Leclair fu brutalmente assassinato nella sua abitazione a Parigi.
Si racconta che negli ultimi anni della sua esistenza, Leclair fosse divenuto un misantropo e che soffrisse di ipocondria; per questo desiderava spesso la solitudine e decideva di chiudersi nella sua casa per dedicarsi all'unica cosa di cui gli importava davvero: la sua musica.
La notte in cui venne ucciso con una pugnalata, il suo unico turbamento fu la consapevolezza di dover abbandonare la sua musica. Proprio questo dolore lo spinse a trascinare il suo corpo fino al suo inseparabile violino, per stringerlo ancora una volta. Il corpo fu ritrovato solo due mesi dopo la morte in stato di decomposizione, ma in quell'abbraccio immortale, Leclaire aveva lasciato una macchia di sangue sul violino, che si scurì progressivamente nel tempo fino a diventare quasi nera, da cui il nome di Violon noir (Il violino nero). Il segno è tutt'ora presente, rimasto indelebile persino in seguito ai diversi tentativi di restauro dello strumento.
Si deve proprio a questa macchia infatti, la fama dello Stradivari da cui sono nate moltissime leggende popolari. Secondo alcuni il violino sarebbe stato posseduto dallo spirito di Leclair e che ogni mattino sarebbe ritrovato in un posto diverso rispetto a quello in cui era stato lasciato la sera precedente. Altri racconti narrano che al momento del ritrovamento del corpo, fosse stato difficile separare il violino dalle braccia del cadavere, tanto fosse stretto al petto.
Ad oggi nessuno conosce l'assassino di Leclair, ma il suo violino rimasto famoso, è oggi di proprietà del celebre violinista Guido Rimonda, anche se i venditori dello strumento hanno richiesto di mantenere l'anonimato e questo contribuisce a far crescere il mistero della storia. Il suono del Violino nero sarebbe talmente cristallino e dolce allo stesso tempo da somigliare alla voce di un angelo.
Rimonda alimentò inoltre il fascino dello strumento suonandolo con la Camerata Ducale, la compagine orchestrale che fondò nel 1992, in occasione di un particolare concerto. Il concerto era incentrato sulle melodie di alcuni celebri violinisti, che si crede abbiano stretto un patto col diavolo, per il loro straordinario talento e per le inquietanti immagini e atmosfere che riuscivano a suggerire con le loro composizioni. Primo fra tutti il maestro Niccolò Paganini, che con la sua carnagione pallida, la sua figura magra e il suo abbigliamento prevalentemente scuro, ha contribuito a forgiare la sua immagine di artista maledetto e affascinante.
A proposito di suggestione e mistero, tra le famose melodie del concerto, merita di essere menzionato “Il Trillo del diavolo” di Giuseppe Tartini, il cui nome nasce dal fatto che il diavolo stesso sarebbe apparso in sogno all'artista e gli avesse suonato la melodia; il mattino seguente il compositore cercando di ricordare la musica, l'avrebbe riportata su carta, come preso da un momento di pura follia, in quanto le note gli sarebbero state tutte dettate dal diavolo.
Il fascino del Violino nero rimane ancora oggi uno dei casi più intriganti del mondo della musica.
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