News
di Annibale Rebaudengo
da ScuolAmadeus di Luglio 2005
I lettori ricorderanno le proteste sull’assenze della musica nei licei
in seguito a un documento ministeriale del gennaio scorso che disegnava una
riforma della scuola “miope e sorda”. Loro stessi, forse, avranno
aderito alle proteste, firmando petizioni che raccoglievano gli inviti della
SIEM, dell’Università di Pavia-Cremona, di Musicheria, a far sentire
al Ministro dell’Istruzione le ragioni della musica. Bene. Da allora sono
usciti altri dieci testi ministeriali che poco alla volta hanno corretto la
prima sciagurata bozza. Al di là di sempre possibili ritocchi, l’impostazione
delle riforma della scuola superiore sembra oggi definitiva: grazie alle contestazioni,
ben diffuse dai media, la musica è ora presente. La sbigottita segnalazione
della mancanza della musica nei licei diffusa dagli organi di stampa con vivaci
interventi è stata indispensabile. Non ho creduto ai miei occhi quando
ho visto emergere la Musica tra le discipline nelle successive bozze. Ho ragione
di pensare che sia emersa per l’intervento del ministro Moratti preoccupata
e poi convinta dalle negative reazioni della comunità al suo primo progetto.
Intanto si è salvata la positiva esperienza delle scuole medie a indirizzo
musicale di cui viene ribadita l’importanza formativa anche in funzione
della preparazione strumentale per accedere ai licei musicali. E poi, finalmente,
quella che stava per configurarsi come una sconfitta storica per la musica a
scuola, sembra trasformarsi in un ragionevole successo, seppur con alcuni punti
deboli.
Il quadro orario dei licei prevede tre spazi. Nel primo sono inserite le discipline
obbligatorie; la musica, oltre che nel liceo musicale e coreutico, è
presente in questo rassicurante spazio nel liceo artistico e, in connubio con
l’arte visiva (storia dell’arte – musica), nel liceo linguistico,
delle scienze umane e in quello economico. Nel secondo spazio sono elencate
gli insegnamenti a scelta dello studente, la musica è presente in questo
spazio opzionale, ma senza connubio con l’arte visiva, nel liceo classico,
scientifico e tecnologico. La nostra disciplina non è quindi più
relegata nel marginale terzo spazio, dove sono previste eventuali insegnamenti
facoltativi. Il punto debole riguarda l’accorpamento delle due discipline
artistiche, arte-musica. La multidisciplinarità non è un disvalore
o contraria alla cultura, suscita perplessità per la quasi nulla applicabilità
immediata. Nella scuola italiana sono presenti docenti in grado d’insegnare
arte e musica? Direi molti pochi. Forse in futuro, se la formazione dei docenti
lo prevedrà, come lo prevede per chi insegna storia e filosofia, latino
e greco, matematica e fisica, due lingue straniere ecc.
Non sono ancora ufficiali gli obiettivi disciplinari, gli OSA direbbero quelli
addentro agli acronimi della riforma, i programmi per chi è legato alla
vecchia scuola. Ne circolano alcune versioni, ma prima di commentarli, magari
polemizzando, sarà bene fare una pausa per riprendersi dal grande spavento
ora rimediato.
2016 © Edumus.com è proprietà di Export Digitale Srl -
Sede legale e operativa: Via L. de Libero, 8 - 04022 Fondi (LT) -
P.IVA, C.F. e CCIAA di Latina IT02851780599 - Cap. Soc. 10.000€ i.v. - REA: LT-204311