Condividi su Facebook

News

LABORATORI ANNO SECONDO


di Carlo Delfrati
da "ScuolAmadeus" di ottobre 99

Esattamente un anno fa il Ministero della Pubblica Istruzione varava un importante documento per l’educazione musicale: La diffusione della musica come fattore educativo nel sistema scolastico. Ci sono troppe zone silenziose nella nostra scuola: la secondaria superiore, dove solo negli avventurosi casi delle "sperimentazioni" l’adolescente ha la possibilità di una formazione musicale; ma anche la scuola elementare, dove ci si scontra con la cronica mancanza di preparazione delle generalità delle maestre.

Quanto alla scuola media, l’insegnamento musicale che vi è svolto soffre dei mali che affliggono ogni altra materia. La giornata scolastica è organizzata in modo così rigido, con contenuti così lontani dai bisogni reali dei ragazzi, che la loro reazione più consueta è di rifiuto, più o meno educato con le conseguenze che si sanno. L’insegnante di educazione musicale è il più esposto alle difficoltà, per la natura stessa della sua materia, e così spesso adatta il programma al bisogno di sopravvivenza catechismi di teoria musicale, eserciziari, cataloghi, cronistorie degli eventi musicali, relazioni scritte, appunti dettati, interrogazioni. Tutte cose che alimentano a loro volta l’insofferenza dei ragazzi, in un perverso circolo chiuso.

L’intenzione del Ministro Berlinguer è di contribuire a liberare i ragazzi da tutto ciò. A liberare il loro potenziale musicale, la loro voglia di musica; non solo, ma anche a "promuovere e sviluppare negli alunni la capacità di star bene insieme a scuola, fuori della scuola, dopo la scuola", come recita il documento che si può leggere per intero sulla rivista Musica Domani n° 110 (marzo 1999), oppure nel sito del Ministero http//www.istruzione.it/ne981104a.htm
Non è un semplice pezzo di carta è il varo di un programma reale, quello dei Laboratori musicali, attivati o da attivare in un gran numero di scuole, dall’elementare alla superiore. Di cosa si tratta? Essenzialmente di un ambiente ben attrezzato, dentro la scuola, dove i ragazzi possano trovarsi a fare musica insieme, ad ascoltare, a inventare, anche a imparare procedure, tecniche, norme, assistiti da un coordinatore del laboratorio, al di fuori dei momenti curricolari. Una scelta volontaria degli alunni, che sarà prevedibilmente tanto più estesa, quanto più credibile e motivante sarà il progetto che il laboratorio saprà offrire loro.

La filosofia del gruppo di lavoro, un gruppo che merita ogni plauso per la serietà e la concretezza del progetto che ha elaborato, è di "consentire modalità di insegnamento e soprattutto di apprendimento che non siano, o almeno non siano purtroppo prevalentemente, quelle della comunicazione trasmissiva, che vede l’alunno in una situazione di improduttiva passività, o addirittura della trattazione teorica e libresca". Spazio alla creatività, dunque dell’alunno ma anche degli insegnanti che guideranno i laboratori, e che sono incoraggiati fin da adesso a mettere in moto la loro fantasia progettuale.

Nell’anno scolastico trascorso i laboratori attivati sono stati 80, sui 120 previsti inizialmente. La partenza è stata traballante, per le solite ragioni comunicazioni trasmesse con i ritardi tipici dei nostri apparati burocratici; improvvisazioni; interpretazioni troppo soggettive delle norme applicative; quattrini che non si sa bene in quali capitoli di spesa siano stati stanziati... La gestione è stata assunta dai singoli Provveditorati, in piena autonomia, e ogni Provveditorato ha affrontato questo compito del tutto inedito in modo diverso. È stato un anno di rodaggio, e sarebbe ingeneroso recriminare.

Per l’anno scolastico appena iniziato, il Ministero ha previsto l’apertura di altri 200 laboratori, per una spesa complessiva di 10 miliardi. Altri sono programmati per gli anni a venire. La commissione che ha redatto il primo documento è ancora all’opera, coordinata dall’Ispettore Antonio Portolano ha definito i criteri per la dislocazione dei laboratori musicali in fase di attivazione quest’anno; e ha elaborato una "ipotesi di lavoro per definire una programmazione coordinata" delle loro attività.

Un terzo compito, ancora più impegnativo, attende la commissione. Qualcuno, in fondo, potrebbe osservare che gli obiettivi e le attività previste per i laboratori (se non la strumentazione) coincidono largamente con quelli già suggeriti nei normali programmi scolastici in vigore. Solo che di fatto ben poco di quei programmi è messo in pratica. Per esempio le attività creative che pure raccomandano sono nelle nostre scuole mosche bianche. E allora il problema è serio non si può imporre un programma di lavoro a chi non vi è stato preparato. Il percorso formativo ha attrezzato anche il docente di educazione musicale di competenze diverse da quelle richieste dalla sua professione. Se questo è vero per il programma "normale" di educazione musicale, lo è ancora di più per il laboratorio. Per fare una guerra prima si preparano soldati e ufficiali. Una programmazione lungimirante avrebbe voluto che prima si addestrasse un buon numero di coordinatori, figura del tutto inedita nella nostra tradizione; e dopo si attivassero i laboratori, assegnandoli a chi si sia preso la "patente" di coordinatore. Ma la lungimiranza, la capacità di programmare a lungo termine, non sono virtù nostre.

Ecco quindi la commissione alle prese col terzo compito elaborare un "piano di formazione per i responsabili dei laboratori". È un punto cruciale per la stessa sopravvivenza dell’iniziativa. Buoni coordinatori faranno desiderare la moltiplicazione dei laboratori; l’opinione pubblica sarà disposta a sostenere la spesa. Cattivi coordinatori creerebbero solo disaffezione tante belle iniziative sono morte perché sono state gestite male. Pochi soldi sono spesi così bene come quelli che servono per formare i quadri.

L’INVESTIMENTO
I finanziamenti concessi nell’anno scolastico 1998-99 ai Provveditorati che hanno attivato i laboratori musicali variano da provincia a provincia, da un minimo di 1.600.000 di Cagliari ai 170.000.000 di Torino. Più esattamente, la distribuzione è stata questa:

  • da L. 1.600.000 a 10.000.000 31

  • da L. 10.000.000 a 20.000.000 24

  • da L. 20.000.000 a 30.000.000 14

  • da L. 30.000.000 a 50.000.000 6

  • da L. 50.000.000 a 100.000.000 4

  • sopra i 100.000.000 1

LA STRUMENTAZIONE
Il documento ministeriale dà saggi suggerimenti sugli ambienti da destinare ai laboratori musicali che devono rispondere almeno agli elementari criteri di acustica. Definisce anche l’arredo di base, la varietà di strumenti e attrezzature da acquisire, sia pure da attuare "in progress". Il semplice elenco dà già un’idea della direzione che si intende dare ai laboratori per esempio l’allestimento di spettacoli, o di materiali multimediali. Nell’ordine:

  • strumentario Orff
  • pianoforte
  • impianto di amplificazione per voci e strumenti (microfoni, aste, monitor)
  • eventuali altri strumenti (chitarre, percussioni, ecc.)
  • amplificazione per chitarre e bassi
  • impianto hi-fi con lettore CD
  • televisore
  • videoregistratore
  • telecamera
  • tastiera
  • PC multimediale con software finalizzato ad attività musicali
  • mediateca (CD, CD-rom, videocassette, audiocassette, libri)
  • lavagna pentagrammata
  • lavagna luminosa
  • un essenziale parco luci.

2016 © Edumus.com è proprietà di Export Digitale Srl - Sede legale e operativa: Via L. de Libero, 8 - 04022 Fondi (LT) -
P.IVA, C.F. e CCIAA di Latina IT02851780599 - Cap. Soc. 10.000€ i.v. - REA: LT-204311

--