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Mario Bortolotto, La serpe in seno. Sulla musica di Richard Strauss, Brossura pp. 342, Adelphi 2007, EAN: 9788845921858
Contenuto:
Troppo a lungo si è detto che il Novecento musicale si muoveva fra due
poli -
Schoenberg e Stravinskij -, finché (in anni piuttosto recenti) non ci
si è resi conto
della presenza di un terzo incomodo: Richard Strauss. Incompreso dai fedeli
della
Nuova Musica e reo di troppo successo, Strauss di fatto percorse per tutta la
vita - e
fino agli estremi, prodigiosi "Vier letzte Lieder" - vie non meno
audaci, ma più
nascoste, dei due teologi nemici della drammaturgia adorniana. Dotato di una
"imperterrita capacità di assimilazione stilistica" e contraddistinto
dall'invidiabile
"abitudine di non sbagliare (quasi) mai", Strauss toccò nella
sua carriera, condotta
con accortezza d'imprenditore, tutte le capitali dell'impero musicale austro
tedesco
(da Monaco a Vienna, da Bayreuth a Berlino a Dresda), meritandosi il nomignolo,
coniato dal Kaiser, che dà il titolo a questo libro: Hofbusenschlange
- serpe in seno,
sì, ma di corte. E fu capace, grazie al dominio "di tutte le tecniche,
incluse le
truffaldine", ora di blandire il gusto del pubblico (che nel 1911 si imbarcava
su treni
speciali appositamente allestiti per le rappresentazioni del "Rosenkavalier"),
ora di
scandalizzarne il perbenismo. Mario Bortolotto ci guida in ricognizione attraverso
i
pezzi strumentali, i Lieder, i poemi sinfonici, e soprattutto le opere: dai
tentativi
giovanili ai più noti capolavori alla "parlante inattualità"
delle ultime composizioni.
Entriamo così, grazie ad un'analisi di scintillante precisione, nell'officina
di un
talento polistilistico, sperimentando, con evidenza quasi tattile, la sua
"onnipotenza" di orchestratore e l'innata maestria drammaturgica.
Intessuto di
sapientissimi accostamenti e frutto di una conoscenza sbalorditiva dell'opera
straussiana, "La seme in seno" andrà letto anche come un nuovo
pannello della
controstoria della modernità musicale che Bortolotto va componendo.
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