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Matia Bazar, la morte di Giancarlo Golzi: il motore del complesso

I gruppi come i Matia Bazar: la rappresentazione visiva, oltre che sonora di una identità.

I gruppi come i Matia Bazar: la rappresentazione visiva, oltre che sonora di una identità.

di Mario Luzzato Fegiz

Se n’è andato Golzi. Uno dei cognomi che apparivano fin dall’inizio come firmatari delle canzoni dei Matia Bazar (Stellita, Cassano, Golzi, Marrale ecc). In realtà Golzi era molto di più: il motore primo di un complesso e una formula musicale che si sarebbero mostrati immarcescibili. I gruppi, come i cantautori, sono stati (e sono ancora) lo specchio della coscienza collettiva. Ma anche qualcosa di più: la rappresentazione visiva, oltre che sonora di una identità. 

Antesignani della «musica da vedere» quando i video si chiamavano cortometraggi e si registravano (raramente) su pellicola. Si dice che esistano nelle arti, ma soprattutto nella canzone, due forme di comunicazione: il logos (ovvero il discorso razionale, diretto e poeticamente mediato, che in ogni caso si basa sulla parola) e il mito, che invece punta su un insieme di elementi, come la timbrica, la teatralità, qualità o difetti interpretativi in qualche modo unici. In una parola il “segno”, che abbina immediatamente un contesto visivo e gestuale a una musica e a un insieme di parole non necessariamente logiche. 

Il questo senso un sottile filo lega gruppi antichi e recenti, intramontabili o scomparsi, sempreverdi o risorti, tradizionali o d’avanguardia. Cambiano i linguaggi, le sonorità, la scena, ma resta il fascino discreto di queste canzoni legate a mix comunicativo discendente da un’aggregazione di musicisti dove la formula riesce spesso a funzionare anche con nuovi protagonisti. 

Perché qui la forma è sostanza. E viceversa. Ripercorrere i grandi successi dei gruppi, come i Matia Bazar, da Stasera che sera Vacanze Romane, significa immergersi nel magico mondo delle band italiane, fucina di rovente creatività a tutto campo da oltre 40 anni, baluardo dell’identità nazionale della musica italiana.

Fonte: www.corriere.it

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