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Presentate in concomitanza con l’apertura della stagione lirica
del Teatro Comunale di Bologna, le mostre "Le Stanze della Musica" e "La
Quadreria di Gioachino Rossini" celebrano la straordinaria vocazione musicale della
città e la sua lunga e consolidata tradizione accademica, che vanta la presenza di alcune
delle figure più carismatiche della storia della musica, tra cui Mozart, Bach, Farinelli,
Rossini, Wagner, Respighi. Il carattere distintivo di questo progetto consiste
nell’offrire al pubblico una sorta di preview della future collezioni di Palazzo
Sanguinetti, destinato a sede del Museo della Musica la cui apertura è prevista nella
primavera del 2004.
Dal 24 novembre 2002 al 23 febbraio 2003, le mostre saranno ospitate nelle sale del
Palazzo di Re Enzo e del Podestà, uno dei palazzi più rappresentativi del cuore storico
della città, già sede di importanti esposizioni.
"Le Stanze della Musica. Artisti e Musicisti dal ’500
al ‘900"
La mostra rende omaggio alla tradizionale vocazione musicale di Bologna che è
parte della sua stessa storia. Dalla cinquecentesca Cappella Palatina all'Accademia
Filarmonica fondata nel 1666 e tuttora attiva e operante, alla felice coincidenza che
portò a Bologna musicisti celebri che furono nei teatri e nelle scuole della città: il
giovane Mozart accompagnato dal padre Leopold per sostenere l'esame di aggregazione
all'Accademia; Gioacchino Rossini che compose il suo "Stabat Mater" eseguito per
la prima volta nel 1843 con la direzione di Gaetano Donizetti; e poi Richard Wagner,
"cittadino onorario di Bologna", Johannes Brahms, Giuseppe Martucci e Ferruccio
Busoni.
"La quadreria di Gioacchino Rossini"
La mostra è dedicata alla collezione dei dipinti antichi di Gioachino Rossini,
ora conservati nella Pinacoteca Civica di Pesaro, sua città natale. Per la verità il
grande musicista non vide mai questi quadri nella propria casa; ma doveva conoscerli bene
allorché erano conservati, insieme a tanti altri capolavori, sulle pareti del palazzo del
principe Astorre Hercolani, in Strada Maggiore. Questi era stato suo carissimo amico, al
punto che, trovandosi in cattive acque, non aveva esitato a chiedergli un ingente prestito
in denaro che il maestro, generoso come sempre, gli aveva accordato lasciandogli pro
tempore quanto aveva ricavato dalla sua villa di Castenaso e da altri immobili, venduti al
momento di trasferirsi a Parigi.
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