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La musica classica è un genere superato? C'è chi sostiene che sia troppo “vecchio” per adeguarsi ai ritmi frenetici odierni. Gli appassionati del genere invece, come noi di Edumus.com, sanno che la musica classica non può morire, finché ci sarà chi continua ad ascoltarla e a coltivarla. Purtroppo l'ascolto di questo genere è sempre più in calo tra i giovani, che tendono ad ascoltare solo musica classica famosa che hanno sentito da qualche parte, senza addentrarsi nel genere. Prima di analizzare le opinioni degli adolescenti però, soffermiamoci sulla definizione di musica classica.
Non esiste definizione pragmatica che possa racchiudere tutte le sfaccettature e le caratteristiche peculiari della musica classica. Il termine “classico”, attribuito dai posteri, indica che questo genere funge da modello per gli sviluppi musicali futuri.
Storicamente con musica classica ci si riferisce alla musica “colta” (sacra e profana), appartenente alla cultura occidentale, che nasce e si sviluppa dall'XI fino al XX secolo. Molti inglobano invece nella definizione anche i tempi moderni, visto che esistono diversi compositori attuali che si cimentano nella musica classica, introducendo nuovi stili che possano creare un ponte di collegamento con la musica moderna. Questo ci porta a due domande fondamentali: perché oggi si ascolta meno musica classica? Quali sono le ragioni per cui i giovani non si sentono attratti da questo genere?
Da una ricerca dell’”Osservatorio sulle tendenze e comportamenti degli adolescenti” relativamente ai generi musicali più ascoltati dai giovani, emerge che la maggior parte degli adolescenti non ascolta un genere musicale in particolare, ma si lascia guidare dalla moda e dall'artista più seguito del momento. Purtroppo la percentuale di ascoltatori di musica classica, così come di musica jazz è molto scarsa, mentre il genere pop, protagonista indiscusso per decenni è stato largamente sorpassato dal rap, il genere preferito dai giovani.
Oggi sono in pochissimi ad ascoltare musica indipendentemente dall'epoca o dal genere, riscoprendo così artisti straordinari dimenticati o pezzi poco conosciuti che riescono a regalare emozioni incomparabili ad alcuni brani di oggi. Questa piccola fetta di ascoltatori apprezza la musica in quanto tale. Un altro dato emerso dalla ricerca è il motivo che spinge gli adolescenti ad ascoltare musica: la risposta più gettonata sarebbe “mi fa stare bene” ed è vero, perché ascoltare musica classica, giova sia a livello fisico che emotivo. Andiamo però ad analizzare nel dettaglio i principali motivi per cui i giovani non si sentono attratti da questo genere musicale.
La motivazione più frequente per cui gli adolescenti non ascoltano musica classica consisterebbe nella mancanza di concentrazione. Un genere come il pop infatti, offre brani orecchiabili, facilmente ascoltabili durante le attività quotidiane. Queste canzoni non necessitano di molta attenzione, perché il ritornello si insinuerà probabilmente nella testa dell'ascoltatore, che lo canticchierà piacevolmente tutto il giorno.
L'influenza dei social ha contribuito all'incremento del fenomeno del multitasking, rendendo difficile concentrarsi su una cosa per volta, apprezzandola appieno. La velocizzazione dei tempi di azione-ricezione comporta il bisogno di accorciare anche i tempi d'ascolto: la soglia d'attenzione cala e 3 minuti di musica sono il limite massimo tollerabile.
Mentre in passato la musica era un momento di riflessione, di condivisione, di rito, oggi deve conquistare subito l'attenzione dell'ascoltatore. È vero che la musica classica richiede dedizione e concentrazione e che non si può apprezzare la musica di Beethoven se non ci si “ferma” ad ascoltare con attenzione, ma è in grado di offrire esperienze d'ascolto soddisfacenti e intense.
Originariamente la musica classica era riservata alla classe superiore, che poteva permettersi di pagare per recarsi ai concerti, per acquistare uno strumento o suonare in un'orchestra. Grazie ai mezzi di comunicazione e diffusione odierni al contrario, la musica classica può essere parte della vita quotidiana di tutti.
Gli esperti del genere, gli appassionati e i musicisti dedicano senz'altro più tempo alla musica classica rispetto all'ascoltatore medio e questo permette loro di comprenderne gli aspetti più a fondo, di essere capaci di apprezzarne le sfumature e di distinguere la qualità di un brano rispetto ad un altro. Questo però non impedisce a qualcuno di appassionarsi alla musica classica pur non suonando uno strumento o non avendo studiato musica.
Eppure l'esperto di musica classica, come del cinema d'autore, tende ad ostentare le proprie conoscenze e ad imporre gusti e opinioni sugli altri, ignorando il fatto che la musica nasce dall'esigenza di comunicazione ed unione. Questo fenomeno rafforza, soprattutto tra i giovani, la convinzione che la musica classica non sia un genere accessibile e che appartenga esclusivamente a una cerchia di intellettuali.
La risposta della maggior parte dei giovani a cui è stato chiesto: “Perché non ascolti musica classica?”, è stata “Ascolto quello che mi consigliano i miei amici”. La moda, anche nella musica, prevale tra gli adolescenti, che preferiscono seguire le tendenze del gruppo e l'artista del momento. Purtroppo spesso questo modo di agire è una scelta di convenienza, in quanto non sempre l'individualità viene apprezzata dal gruppo.
Purtroppo attualmente la musica in voga vede sempre più protagonista solo il testo, considerato principale portatore di significato e di emozione. In questo modo la musica (melodie ed armonie) è spesso sottovalutata e relegata al semplice ruolo di asservimento alle parole. Nel caso dell'opera invece, i migliori pezzi di musica classica rendono giustizia sia alla musica che al testo, in una fusione di emozione, che travolge l'ascoltatore, trasmettendo perfettamente l'atmosfera del brano.
A differenza di alcuni brani di oggi, dal ritmo sempre più martellante e monotono, la musica classica spazia notevolmente nelle dinamiche ritmiche di ciascun brano. Certamente non sempre prevede la ripetizione costante di un "ritornello", che soddisfi le aspettative dell'ascoltatore, rendendo il brano più orecchiabile, ma è comunque in grado di sorprendere l'ascoltatore con momenti di stasi e risvolti inattesi, che contribuiscono a tenere vivo il sentimento del pezzo.
Essendo la musica classica poco presente nella vita dei giovani, rispetto ad altri generi musicali (trasmessi in tv, radio e social), la sua presenza è più costante a scuola, poiché essa è parte fondamentale della storia della musica. Gli adolescenti tendono così ad associarla facilmente allo studio e alla noia o ancor peggio al professore che non riesce a trasmettere la passione per la materia.
L'educazione musicale nasce tra le mura domestiche e sono i genitori i responsabili dell'imprinting musicale dei ragazzi: hanno la possibilità di introdurre l'ascolto di musica classica nella vita dei loro figli, abituandoli fin da bambini e incuriosendoli in fase adolescenziale (dall'ascolto, allo studio dello strumento, all'unione di musica e danza classica)
In conclusione, è difficile sradicare alcuni preconcetti, ormai troppo diffusi sulla musica classica. Esistono però moltissime ragioni per cui vale davvero la pena di ascoltarla, non solo per apprezzarne i molteplici aspetti, ma perché questo genere, soprattutto la musica classica per bambini, porta numerosi benefici, come il temporaneo incremento dell'attività cognitiva (effetto Mozart), la regolarizzazione del battito cardiaco e la riduzione quotidiana di stress.
Lara Luciano
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