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Orchestra Giovanni Battista Polledro: una start up per cambiare musica

Si inaugura il 22 ottobre, al Piccolo Regio, la nuova stagione dell’Associazione torinese, che propone ai giovani l\'esperienza musicale come dialogo tra i linguaggi contemporanei

Giovedì 22 ottobre alle 21 l’Orchestra Giovanni Battista Polledro apre la stagione concertistica 2015/2016 al Piccolo Regio, una sede prestigiosa per i 40 musicisti under 30 che si confronteranno con un repertorio che propone da Mozart a Schubert a Beethoven. L’Orchestra Giovanni Battista Polledro è nata nel 2012 dalla sfida di un mecenate moderno che sceglie di scommettere sul rapporto musica classica e giovani, riaffermando fin dal nome un forte legame con la tradizione musicale del nostro territorio. L’Orchestra da camera si intitola infatti all’ultimo grande rappresentante della scuola violinistica piemontese, Giovanni Battista Polledro, protagonista dopo l’epoca napoleonica della rinascita delle attività musicali a Torino. “Una figura simbolica - come racconta il Maestro Federico Bisio, direttore stabile dell’Orchestra, - cui ispirarsi per costruire una realtà che sappia conquistarsi un ruolo originale nel panorama italiano, diffondendo la passione per la musica con un repertorio dagli accostamenti inconsueti e mai banali”. In un periodo di rilancio dell'imprenditoria culturale,  l’Associazione Giovanni Battista Polledro si configura come una vera e propria  “Start- up” che offre una qualificata occasione di lavoro a quaranta giovani musicisti. La regia è del Maestro Federico Bisio che con il progetto Play the Youth sottolinea come curiosità, freschezza ed entusiasmo sono la partitura che muove questa dinamica realtà artistica. Una visione culturale a tutto tondo che attraverso eventi dedicati propone un dialogo tra musica, letteratura, arte contemporanea, cinema e teatro. A tre anni dal debutto l’Associazione Giovanni Battista Polledro conferma, in parallelo alla qualità dell'offerta musicale, la caratteristica di un laboratorio di idee. Una formula riuscita di mecenatismo culturale privato che, senza rifiutare il dialogo alla pari con le iniziative pubbliche, dimostra come la musica possa esser una professione liberamente proiettata nel futuro.

Fonte: www.amadeusonline.net