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Piero Melograni, Toscanini. La vita, le passioni, la musica, Cartonato pp. 251, Mondadori 2007, EAN: 9788804563228
Contenuto:
"Toscanini non amava il divismo, ma suo malgrado finì per diventare
un divo lui stesso. Perfino le sue stranezze e il terribile carattere contribuirono
a suscitare nel pubblico eccezionali attese. ... Tutta la vita di Toscanini
può essere riassunta come un continuo, insaziabile e frenetico movimento.
Da un teatro a un altro, da un'orchestra a un'altra, da una donna a un'altra.
E, ovviamente, da un continente a un altro." Così Piero Melograni,
autorevole storico e appassionato di musica, descrive la figura di Arturo Toscanini,
da molti considerato il più grande ed eccentrico direttore d'orchestra
del Novecento. Nato a Parma nel 1867 da una modesta famiglia di artigiani -
il padre, di idee repubblicane e anticlericale, era un sarto -, Arturo cominciò
a frequentare il conservatorio all'età di nove anni, grazie alle insistenze
della sua maestra elementare, che per prima ne intuì le eccezionali doti
musicali e convinse i genitori ad assecondarne le inclinazioni. Dotato di una
memoria prodigiosa, Toscanini mise presto in luce la sua indiscussa bravura
e il suo esasperato senso critico, caratteristiche che lo accompagnarono per
tutta la vita e contribuirono a crearne la leggenda in Italia e all'estero.
In queste pagine dense e coinvolgenti, Melograni racconta le tappe cruciali
della lunga carriera artistica e dell'intensa vita privata del grande maestro:
dall'esordio del 1886 in Brasile, quando, scritturato come violoncellista, sostituì
l'incapace direttore d'orchestra riuscendo a salvare una situazione che sembrava
disperata, alle prime esperienze nei più importanti teatri italiani,
dove riuscì a operare una vera e propria riforma del teatro lirico, al
complesso e ambivalente rapporto con la Scala di Milano, fino al sodalizio con
il Metropolitan e la New York Philharmonic Orchestra. E poi l'amore per l'Italia
e il fecondo legame con gli Stati Uniti, che diventarono la sua seconda patria;
la venerazione per Verdi e la travagliata amicizia con Puccini; l'entusiasmo
politico durante la Grande guerra e la tenace opposizione al fascismo; i burrascosi
rapporti con Mussolini e Hitler; le memorabili sfuriate con gli orchestrali
e l'incontenibile passione per Ie donne. Sullo sfondo di un'epoca segnata da
grandiosi cambiamenti e da tragedie immani, emerge un ritratto a tutto tondo
dell'uomo e dell'artista, con Ia sua eccezionale sensibilità musicale,
il suo carattere impossibile, il suo perfezionismo esasperato, e con quel carisma
straordinario che ne fece un protagonista assoluto del suo tempo.
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