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Parola di Ringo: “Non solo Beatles, quarant’anni di dischi per farvi stare bene”

Esce il nuovo album dell’ex batterista dei Fab Four. Che il 18 aprile entrerà nella Rock Hall of Fame anche per la sua carriera solista

Esce il nuovo album dell’ex batterista dei Fab Four. Che il 18 aprile entrerà nella Rock Hall of Fame anche per la sua carriera solista

di Ernesto Assante

ROMA - Se c'è un artista che testardamente e gentilmente è rimasto davvero legato al sogno degli anni Sessanta è lui, Richard Starkey, in arte Ringo Starr. E non solo perché il suo messaggio, costante e immutabile, è "peace and love", un marchio di fabbrica che lo accompagna in ogni pubblica manifestazione, uno slogan che pronuncia ogni volta che può, piuttosto perché il suo modo di far musica, anzi il "senso" della sua musica è sempre quello.

"Mi piace l'idea di poter creare armonia, anche solo con una canzone", dice l'ex batterista dei Beatles, "Per uno come me c'è uno scopo migliore per vivere?". Ringo, 74 anni, ha da poco pubblicato un nuovo album, il diciottesimo come solista,Postcard from paradise, un perfetto compendio del "Ringoismo", il modo di essere e di far musica che gli è proprio, uno stile a suo modo inconfondibile e che ha garantito all'ex-Beatles una vita di successi, soprattutto come bandleader, direttore dell'unica e ufficiale "All Starr band", che guida da molti anni in giro per il mondo.

E con loro, sotto la sapiente guida di Ringo e del suo amico e compagno musicale di lunga data Joe Walsh, ha messo in piedi un disco gradevolissimo, divertente, carico di allegria, buoni sentimenti, "armonia" come direbbe Ringo stesso

L'intervista con Ringo avviene all'indomani della morte di Cynthia Lennon, la prima moglie di John e madre di Julian: "Una notizia molto triste, un grande dispiacere per me. E un dolore incommensurabile per Julian".

Dopo tanti anni la passione per la musica non le è mai venuta meno?
"No, mi piace scrivere canzoni e farlo con altri autori, mi piace cantarle, mi piace suonare con gli altri. Ho la fortuna di avere moltissimi amici e che anche a loro piaccia suonare con me. E' quello che so fare, è quello che faccio".

Questa volta la All Starr Band ha un brano scritto e realizzato dall'intera formazione.
"Sì, erano 25 anni che desideravo avvenisse, e non era mai avvenuto. Island in the sun è nata da una jam session, e via via si è sviluppata fino a diventare una canzone. Questa formazione della All Starr Band è insieme da tre anni, era giusto che arrivasse questo momento".

Tra breve verrà nominato nella Rock'n'Roll Hall Of Fame, per la sua carriera come solista. E' contento?
"Certamente sì, è un onore. Ma non sono stato io a cercare questo riconoscimento. E' stato Paul. Si era accorto che lui, George e John l'avevano ricevuto, i Beatles pure, ma io no. E mi ha chiesto se avrei accettato. Ovviamente ho risposto di sì. Mi fa piacere il riconoscimento alla mia carriera solista. Questo è il mio diciottesimo album, ho iniziato nel 1970, è stata una lunga strada dopo i Beatles".

E ai Beatles in questo album è tornato con il testo di Postcard from paradise, costruito tutto con i titoli delle canzoni dei Fab Four.
"Ero partito dall'idea di scrivere una canzone d'amore e i due amanti sarebbero stati sotto la luce di Mr. Moonlight, era il titolo di una canzone che suonavamo. Mi piaceva l'idea di citare Mr. Moonlight in una canzone. E poi mi è venuta in menteLove me do, e poi Eight days a week e pian piano l'idea di usare i titoli delle canzoni dei Beatles ha preso forma. Ho iniziato a scrivere il testo con i titoli senza avere ancora una melodia in testa, l'ho dato a Todd Rundgren e gli ho spiegato cosa avrei voluto. Il risultato è Postcard from paradise".

Molti altri grandi musicisti e autori l'hanno aiutata in questo disco.
"Molti amici di lunga data, come Van Dyke Parks, come Todd Rundgren e Joe Walsh, che è anche mio cognato e non può protestare. Ma anche grandissimi artisti come Peter Frampton, Glen Ballard, il bravissimo Benmont Tench degli Heartbreakers, Nathan East, Richard Marks, tanti altri, ognuno ha contribuito con la sua creatività e la sua intelligenza".

Le cartoline di cui parla ricordano quelle che le mandavano gli altri tre Beatles e che lei ha raccolto in un bellissimo libro.
"Erano le cartoline che mi mandavano sempre John, Paul e George. Oggi non è più tempo di cartoline, tutto passa per le email e i messaggi. Io stesso non ne mando più. Paul ancora qualche volta mi manda delle cartoline, per mantenere la tradizione".

Non solo i Beatles, comunque, c'è una canzone un cui ricorda la sua prima band, Rory Storm & The Hurricanes...
"L'ho scritta con Dave Stewart e mi ha fatto piacere, perché ho dei bellissimi ricordi di quei tempi, eravamo una band di successo a Liverpool. E quando Epstein mi chiese di andare a suonare con George, John e Paul in molti mi dissero "sei pazzo, lasci Rory per i Beatles?". Beh, tanti anni dopo posso tranquillamente dire che fu una decisione giusta".

Fonte: www.repubblica.it

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