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Progetto Latina

Rotili: \"Il conservatorio è un vanto per la città ma agli enti chiediamo di più\"

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di Francesco Miscioscia – Il Conservatorio Ottorino Respighi di Latina è sicuramente un’eccellenza della provincia, conosciuta in tutta Italia, che “esporta” grandi talenti in tutto il mondo. Hanno studiato a Latina il primo clarinetto dell’Orchestra della radio di Helsinki, l’arpista del Teatro dell’Opera di Roma e il timpanista della Cherubini di Firenze, come tiene a precisare Paolo Rotili, direttore del Conservatorio, che abbiamo voluto intervistare  per capire quali sono le prospettive culturali ed artistiche di questa provincia.

“Il Conservatorio forma eccellenze musicali e ne sono la prova i ragazzi che si sono inseriti in pianta stabile in strutture con una tradizione centenaria. Merito è di un corpo docente di assoluti professionisti di livello europeo e anche internazionale con carriere brillanti” dice Rotili che spiega che il Conservatorio ha 600 studenti, di cui un centinaio di piccolissimi che si avvicinano alla musica con laboratori e uno su due di livello universitario accademico.

Ma perché in un momento di crisi della cultura, spesso penalizzata dai finanziamenti pubblici, un ragazzo dovrebbe scegliere di fare musica? “Non solo la cultura è in crisi, anche gli altri settori lo sono. E poi, l’Italia è la patria della cultura e dell’arte mondiale e solo continuare questa tradizione dovrebbe essere un privilegio e fonte di soddisfazione personale. Spesso i genitori mi fanno questa stessa domanda preoccupati per il futuro dei figli e io rispondo che chi ha passione, è amante dell’arte e ha doti è sempre arrivato a lavorare. Non è vero che la disoccupazione è maggiore nel settore umanistico, l’importante è far capire ai nostri studenti quali sono gli standard reali non solo per un titolo di studio, ma per avviarsi a una professione”.

Il Conservatorio è molto attivo dal punto di vista dei concerti e delle rassegne, quattro le più importanti, quella al Teatro D’Annunzio con il Campus di musica, una di musica contemporanea a maggio e una di musica antica ad ottobre oltre agli appuntamenti con la musica da camera del giovedì proprio nell’auditorium del Conservatorio.

“C’è molto impegno e molta soddisfazione – spiega Rotili -, certo un Conservatorio che vuole essere all’altezza della competizione nazionale deve avere un aiuto e un sostegno da parte degli enti locali in termini di spazi e finanziamenti. Alle istituzioni chiediamo un finanziamento che non c’è e un uso più facile delle strutture comunali e provinciali per svolgere la nostra attività al meglio. Spesso abbiamo difficoltà organizzative e potremmo essere più supportati”.

La crisi diffusa del settore ha portato a situazioni di emergenza come quella del Teatro dell’Opera di Roma, “non è solo una disattenzione da parte della politica, ma un modo di concepire l’arte come il luogo della presenza personalistica di alcune figure proiettate a personali carriere senza un’ottica generale per il cittadino. Vengono al pettine politiche culturali non solo della politica, ma anche dei sovrintendenti, dei sindacati, di tutto un mondo che c’è attorno e per il quale l’interesse del cittadino è secondario. Bisognerebbe recuperare a tutti i livelli una forma di eticità”.
“Il nostro Paese ha una tradizione che ci invidia tutto il mondo e ha bisogno di essere sostenuto, sviluppato, supportato: è un’opportunità economica che solo un miope non vede e invece, purtroppo, da noi non è così”.

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