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Solomon Volkov, Stalin e Sostakovic. Lo straordinario rapporto tra il feroce dittatore e il grande musicista, Rilegato pp. 365, Garzanti Libri 2006, EAN: 9788811693871
Contenuto:
Il rapporto tra Stalin e Sostakovic ricorda il gioco del gatto con il topo.
In tutte le sue crudeli ambiguità, illustra nella maniera più
chiara i complessi intrecci tra l'arte e il potere. Il dittatore sovietico e
il musicista erano ben consapevoli della situazione: "La musica illumina
le nostre vite e ci dà l'ultima speranza; persino Stalin, che era un
macellaio, lo sapeva", ha detto Dmitrij Sostakovic. Dopo la Rivoluzione
d'Ottobre il giovane compositore era 'l'enfant prodige' delle avanguardie, il
fiore all'occhiello della nuova Unione Sovietica.
Non appena Stalin prese le redini del regime e impose il realismo
come sola estetica, Sostakovic e la sua opera divennero
immediatamente sospetti. Il musicista rimase in qualche modo un
artista "ufficiale", ma non ebbe vita facile, in un ambiente dove
altri
grandissimi artisti - come Mandel'stam, Bulgakov e Pasternak -
subivano continue persecuzioni o finivano i loro giorni nelle cantine
della polizia segreta o in Siberia. I tiranni hanno uno strano effetto
sulle menti geniali. In ogni caso per Sostakovic fu molto difficile
restare fedele alla propria ispirazione. La sua fu una lotta
incessante, disperata, a tratti commovente per la propria
sopravvivenza: quella fisica, e quella creativa. Facendoci rivivere il
dramma di Sostakovic nell'era staliniana, le sue aspirazioni e i suoi
compromessi, Volkov restituisce l'atmosfera di un regime oppressivo
e mette a nudo tutte le ambiguità e le sottigliezze dell'incontro tra
il
dittatore e l'artista, tra la musica e la politica, tra la creatività
e la
propaganda.
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