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Scores! Il canto di una tromba

Paolo Fresu, con il Quartetto Alborada, sarà in concerto il 14 giugno al Museo Tebaldi di Busseto

Paolo Fresu, con il Quartetto Alborada, sarà in concerto il 14 giugno al Museo Tebaldi di Busseto

Il melodramma, il canto e il cinema: così si potrebbe riassumere l’appuntamento che porterà Paolo Fresu, uno dei più apprezzati musicisti italiani, in concerto il 14 giugno (ore 21,00) presso il Museo Tebaldi di Busseto (Palazzo delle Scuderie di Villa Pallavicino). L’evento è organizzato da due realtà importati nel panorama culturali del nostro paese, Cose Belle d’Italia (un'iniziativa imprenditoriale che aggrega realtà italiane rappresentanti l'eccellenza del nostro paese) e Il Museo Renata Tebaldi, con la collaborazione della rivista Amadeus. Ad accompagnare Fresu sarà l’Alborada String Quartet, formato da Anton Berovski e Sonia Peana (violino), Nicola Ciricugno (viola) e Piero Salvatori (violoncello). Il programma previsto spazierà dalle musiche per il cinema (composte da Fresu nella sua carriera) alla classica fino all’improvvisazione. Per presentare meglio l’appuntamento riportiamo le parole scritte da Giovanni Gavazzeni (direttore artistico Museo Tebaldi). Nello spazio affascinante davanti alle Scuderie di Villa Pallavicino a Busseto, oggi sede del Museo Renata Tebaldi, Paolo Fresu con la sua tromba che diffonde emozione e il Quartetto Alborada terranno il loro concerto Scores! il prossimo 14 giugno. Suonano in tutto il mondo, ma nella città di Verdi, ospite del Museo intitolata a una delle più celebri soprano dell’opera, il “timbro” è diverso. Per questo abbiamo chiesto a Fresu quale sia il suo rapporto con il melodramma.  «Per me l’opera è sempre presente: ricordo ancora la prima volta che sono andato a teatro (il Verdi di Sassari). Era un prova: sono rimasto colpito dall’imponenza fonica e dal suono degli archi… Non ho problemi di stile o di tempo. Il programma del concerto allinea brani che partono da lavori contemporanei di Karl Jenkins e Michael Nyman, e anche del barocco (Händel) fino a Mozart». D’altronde i legami fra jazz e opera non si limitano solo alla ricerca di un’espressione più vicina possibile al “canto”. «Francesco Martinelli, storico del jazz, ha ricordato che Louis Armstrong, prima di cominciare un concerto, suonava sempre Cavalleria rusticana. Il suo sogno era di registrare una sua versione. Per me sono fondamentali approcci come quello di Armstrong e di Ella a Porgy & Bess (e più avanti quello di Miles Davis e Bill Evans). Il jazz è nato anche attraverso l’opera. Un buon jazzista sa che l’opera ci insegna a valorizzare la melodia come trasmettitore di emozione, di pathos. La musica classica ha una cantabilità che si può trasferire ovunque, a patto che tutto sia fatto con rispetto e conoscenza, con gusto etico ed estetico». Il concerto ha per titolo Scores!, ricordando come alcune “partiture”, per esempio Ossi, siano frutto di una rielaborazione di una colonna sonora, in questo caso quella per il film sull’omicidio di Ilaria Alpi (Il più nobile dei giorni). «Ho trasformato il concerto in un’occasione per respirare ancora la mia musica. Non solo la mia. Spesso ho chiesto se ci fossero compositori disposti a scrivere per noi: qualcuno si è fatto avanti…». Fresu ribadisce un concetto importante: «La creatività va dove ognuno la cerca: è un'arte difficile. Nel secolo passato è stato detto molto, oggi penso che possa nascere qualcosa dall’incrocio di stili… è comunque una continua ricerca di suoni… Mi piace prenderli, trasferirli, distorcerli, piegarli; ispirarmi al “passato” e vederlo da un altro punto di vista. Se la musica è suono, allora io lavoro sul suono; e la creatività è un concetto in divenire, che si modifica con il tempo». La Musica rimane «semplicità complicata» e la sua bellezza risiede nella inesausta ricerca, «il mistero dell’inarrivabile».

Fonte: www.amadeusonline.net

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