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Suonare per il Presidente?

di Carlo Delfrati
da ScuolAmadeus di Aprile 2005

Non c’è manifestazione pubblica, negli Stati Uniti, che non sia accompagnata da bande o orchestre o complessi d’ogni genere. La musica è sempre stata un ingrediente significativo delle manifestazioni pubbliche, civili, politiche, religiose, militari, perché non dovrebbe continuare ad esserlo? Perché non anche durante il periodo delle campagne elettorali? Invece è successo che durante l’ultima campagna americana, la banda della Parkland High School di Allentown, in Pennsylvania (ogni scuola superiore di quel paese ha la propria banda), si sia rifiutata di suonare durante la visita del Presidente. Un fatto mai successo a quanto pare, vista la tempesta di telefonate e di mail da cui il direttore di quella scuola è stato sommerso. Le altre scuole del circondario hanno accettato l’invito, orgogliose di far ascoltare al Presidente quanto sono eccellenti le loro bande.

La povera pecora nera si è allora appellata alla grande associazione degli insegnanti di musica americani, che conta più di 100.000 iscritti; la quale non poteva rispondere se non citando, sulla questione, il Codice di Etica Musicale. Che qui riportiamo: “I musicisti professionisti forniscono intrattenimento. Dovrebbero essere i presentatori esclusivi della musica per ogni occasione che sia di parte (‘partisan or sectarian’) nel carattere o nell’intenzione. Queste occasioni potrebbero includere raduni politici, incontri privati e altre simili funzioni. I gruppi scolastici non dovrebbero essere chiamati per fornire intrattenimento in nessuna occasione. Dovrebbero solo essere coinvolti nell’educazione e nella dimostrazione dell’educazione”. Che si vada in questo modo da un estremo all’altro? Non si dovrebbe suonare nemmeno per la festa della Repubblica o di Santa Cecilia? Cosa scriverebbe in un Codice di Etica Musicale l’associazione degli insegnanti italiani, se decidesse – perché no? – di produrne uno? Sul proprio forum Educazione Musicale, Edumus invita alla discussione.