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Taylor Swift e Apple Music, la forza dei social network smuove Cupertino

Il servizio Music pagherà i diritti alle etichette anche durante i tre mesi gratuiti di prova

Il servizio Music pagherà i diritti alle etichette anche durante i tre mesi gratuiti di prova

C’è modo e modo di metterci la faccia, online. E Taylor Swift sta dando lezioni ad alcuni dei suoi più illustri colleghi. Da sola, mentre loro hanno unito le forze. La popstar è riuscita con una lettera aperta pubblicata sul suo Tumblr a far fare marcia indietro ad Apple sulle condizioni del suo servizio di musica in streaming. Apple Music ha visto la luce lo scorso 8 giugno, durante la conferenza annuale per gli sviluppatori, con un modello basato esclusivamente sulla sottoscrizione a pagamento. 10 dollari al mese. L’unica concessione gratuita per gli utenti sono i primi 3 mesi.

La lettera
“Sono sicura che ne siete a conoscenza. Quello che forse non sapete è che Apple non pagherà i diritti per il periodo gratuito”, ha scritto Swift. “Tre mesi sono un periodo lungo per non essere retribuiti ed è ingiusto chiedere a chiunque di lavorare senza ricevere niente in cambio”, ha incalzato, annunciando la decisione di togliere il suo album 1989 dal catalogo. Non è una novità: né la presa di posizione né il disco. Con 1989, al vertice delle classifiche americane nel 2014, Swift sta tenendo sotto scacco l’industria dello streaming musicale dallo scorso anno. La vera differenza rispetto a quanto accaduto in passato, con un’eco comunque pari a quella odierna, è la risposta di Apple. Se Spotify, quando Swift ha deciso di rimuovere i suoi lavori discografici, si è limitata a un corteggiamento a suon di playlist e la francese Deezer non ha addirittura reagito, Cupertino è prontamente andata incontro alle richieste della cantante.

La risposta di Apple
“Apple Music pagherà gli artisti per lo streaming, anche durante il periodo di prova gratuita. Ascoltiamo Taylor Swift e gli artisti indipendenti. Con amore, Apple”, ha twittato Eddy Cue, numero uno del servizio della Mela. “Quando mi sono svegliato questa mattina ho visto quello che Taylor aveva scritto ho capito che avevamo bisogno di un cambiamento”, ha spiegato Cue a Billboard, confermando l’impatto della presa di posizione della cantante.

Doppio marketing
Una sapiente mossa (anche di marketing) per Apple, che ne esce a testa alta e magnanima dopo essere stata definita “deludente” nel Tumblr, e una nuova conferma di come la strategia mediatica di Swift sia vincente. Quando, lo scorso autunno, ha attaccato Spotify ha scoperchiato il vaso di Pandora delle condizioni applicate dai nuovi attori del mondo della musica. Di fatto aveva quindi già condizionato Apple Music, che è stato lanciato con compensi leggermente maggiori per le etichette a fronte di quelli di Spotify (71,5% delle entrate contro il 70%). Quanto poi arrivi effettivamente agli artisti è poi un altro discorso, e regolato dai loro contratti. Oggi la cantante ha costretto una delle società più potenti del mondo a cambiare le condizioni e i tweet di Cue rappresentano uno spartiacque storico, molto di più di quanto lo sia stato il (ri)lancio di Tidal da parte di pesi massimi come Jay Z, Beyonce, Rhianna o Madonna.

Partita personale, ma non solo
Dallo scorso marzo collaborano, si citano e rilanciano sui social network e dedicano alla piattaforma esclusive del calibro dell’ultimo video di Madonna Bitch I’m Madonna. Usano la loro popolarità per provare a traghettare gli utenti dalle piattaforme più note, come Spotify, e per competere con colossi da 200 miliardi di liquidità come Apple, che per il suo Music ha un bacino potenziale di partenza di 700 milioni di utilizzatori di dispositivi della Mela. Sfida difficile, che tale si sta dimostrando. Swift, invece, gioca la sua partita personale con interventi puntuali. E, tweet di Cue alla mano, in grado di cambiare il corso degli eventi.

Fonte: www.corriere.it

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