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di Riccardo Santangelo
Sono datate a ieri le dimissioni che i presidenti di Regione Campania, Provincia di Salerno e sindaco di Ravello hanno ricevuto dal vertice della Fondazione Ravello. Dopo mesi di dissidi interni e polemiche il presidente della Fondazione, Domenico De Masi, i consiglieri Mario Rusciano e Paola Servillo, e Manuela Rafaiani (consigliere di indirizzo), hanno deciso di lasciare una delle Fondazioni culturali più prestigiose d’Italia, che gestisce il polo museale di Villa Rufolo e l’organizzazione del Festival musicale. La lettera di dimissioni – che qui riportiamo in parte – spiega al meglio la situazione che si è venuta a creare, anche dopo le dimissioni dal vertice, avvenute all’inizio dell’anno, dell’ex ministro Renato Brunetta, sostituito pro tempore dal sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier. «Avevamo accettato con grande entusiamo! - scrivono i componenti dimissionari dalla Fondazione Ravello -. L’intento era quello di fare di Ravello la Salisburgo del Sud-Europa e destagionalizzare il turismo. sapevamo che avremmo incontrato delle difficoltà e che avremmo dovuto lavorare sodo, gratuitamente e con abnegazione. Infatti non si trattava soltanto di raccogliere serenamente il testimone nella governance di una Fondazione culturale, ma di avviare una fase nuova e complessa, senza inutili recriminazioni e negazioni del passato. […] Purtroppo da agosto a novembre abbiamo avuto modo di capire che - tra lettere, verbali, mancate nomine, confronti con avvocati, conti e incerte risorse finanziarie spendibili - il nostro era un sogno non realizzabile. Le difficoltà si sono rivelate di gran lunga superiori a qualsiasi nostra aspettativa. Possiamo dunque ora affermare che, durante questi mesi e contrariamente ai nostro intenti, nella Fondazione Ravello la logica politico-burocratica ha prevalso nettamente su quella artistico-culturale, fino ad alterare la natura stessa della Fondazione. La quale nacque a suo tempo proprio per funzionare con criteri, tempi e metodi tutt’altro che burocratici, comunque diversi da una pubblica amministrazione. È indispensabile che tale diversità sia condivisa da tutti i consiglieri. Al contrario - si sottolinea nella lettera - un clima rissoso e di mancata reciproca fiducia ha fatto sì che ci trovassimo a giocare una partita nella quale non siamo esperti giocatori. E allora, nella consapevolezza che. nonostante ogni sforzo, non siamo in grado di realizzare il progetto immaginato - teoricamente di grande rilievo per Ravello e per la Campania - riteniamo inevitabile rassegnare le dimissioni. Alla Fondazione comunque sinceramente auguriamo le migliori fortune per il perseguimento dei suoi scopi istituzionali».
Fonte: www,amadeusonline.net
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