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UN LABORATORIO SUL SUONO


proposto da Claudio Maioli membro del "Centro Metaculturale in Sabina" diretto da Boris Porena.

Il laboratorio vuole stimolare l'interesse verso la realtà sonora e acustica nel suo complesso partendo dalla composizione informale e integrandola con l'impiego di tecnologie elettroniche. Per composizione informale si intende qui la metodologia "di base" per l'educazione al suono ideata da Boris Porena.

La metodologia è già stata sperimentata da chi scrive in ambiti diversi: scuole elementari e medie, scuole superiori, campi estivi per bambini e ragazzi, gruppi di adulti, scuole popolari di musica, gruppi di musicoterapeuti, corsi di aggiornamento per insegnanti.

L'attività del laboratorio invita tra l'altro

  • a simulare l'azzeramento delle proprie eventuali competenze musicali, favorendo l'identificazione con tutti i possibili destinatari di una educazione al suono e alla musica (obiettivo didattico-formativo e autoformativo);
  • ad avvicinarsi alle tecniche di registrazione e manipolazione di materiali e oggetti sonori di ogni tipo attraverso l'impiego del personal computer e di programmi applicativi commerciali per la gestione dei suoni. E più in generale
  • ad ampliare LE PROPRIE CAPACITÀ DI GIOCO.

La composizione informale

È un'attività non specialistica nella quale i partecipanti sono invitati, dopo un'esplorazione sonora dell'ambiente:

  1. a considerare gli oggetti e se stessi come possibili sorgenti sonore,
  2. a sperimentare la propria capacità di produrre suoni (con la voce, il battito delle mani e dei piedi, il trattamento degli oggetti: da percuotere, trascinare, pizzicare, strofinare),
  3. a utilizzare gli strumenti musicali eventualmente presenti in modo empirico, e non tecnico-specialistico, analizzandone la struttura, chiedendosi come e perché suonino più di altri oggetti meno "privilegiati" e ricavandone informazioni sulla natura del suono,
  4. a scegliere alcuni fra i suoni individuati per formare sequenze improvvisate,
  5. a progettare sequenze di suoni e comporre musica (intendendo qui per musica ciò che si produce attraverso l'organizzazione consapevole di materiali sonori di ogni tipo) in modo informale, mettendo insieme i suoni prescelti secondo regole e codici non precostituiti, ma appositamente concordati,
  6. a eseguire le composizioni, dirigendole a turno,
  7. ad analizzare le composizioni e il percorso che le ha prodotte, riflettendo sulle operazioni logico-organizzative, sulle tecniche, sulle strategie, sui codici adottati e confrontandoli con quelli di altre pratiche compositive (non solo musicali), ed eventualmente
  8. a scomporre e ricomporre secondo altre regole.

Le competenze

Per iniziare l'attività si richiedono esclusivamente competenze umane: curiosità sensoriale e cognitiva, voglia di divertirsi costruendo, disponibilità sociale, gestualità, movimento ecc. Le curiosità e le competenze specificamente acustico-sonore si possono acuire con una maggiore attenzione al paesaggio sonoro quotidiano: vedo un oggetto e mi chiedo che suoni potrebbe produrre, sento un suono e mi chiedo come e da che cosa sia prodotto. Quelle tecnico-musicali (e altre competenze tecniche) si acquisiscono e si migliorano via via, secondo le pratiche e le necessità dettate dai progetti.

L'ambiente

La composizione informale è un'arte "povera", che si può esercitare ovunque, adattando le tecniche e i progetti ai materiali di cui si dispone.

Nel caso si disponga di un luogo dedicato, questo potrà avvicinarsi più o meno, nell'allestimento e nelle dotazioni (secondo le disponibilità logistiche e finanziarie), al modello di ambiente indicato qui di seguito.

È un locale acusticamente idoneo, cioè poco riverberante, in grado di ospitare comodamente dalle venti alle trenta persone, con una dotazione fissa (pianoforte, computer multimediale con stampante, mixer audio, microfoni, sintetizzatore a tastiera, impianto di riproduzione audio: giradischi, registratore a nastro, registratore/lettore di audiocassette, lettore di CD; videoregistratore e TV, lavagna, una piccola biblioteca che comprenda alcuni dizionari, elementi da costruzione come Lego, Meccano e altri).

Ma è anche un luogo in perpetuo cambiamento: nella dotazione variabile dei materiali sonori e nell'acustica, che si modifica secondo le persone presenti, la collocazione e lo spostamento di pannelli mobili riflettenti e assorbenti, specchi, tende.

I materiali sonori

Sono in parte quelli già "naturalmente" presenti nel luogo della sperimentazione, come le voci (emissione di suoni vocalici, onomatopee, monologhi "casuali", lettura collettiva, giaculatorie, bisbigli, glissati) e i corpi dei partecipanti (battito e strofinio di mani, battito e scalpiccio di piedi), l'arredo, le suppellettili, un pianoforte, ma anche tutti quelli che ci si può procurare all'esterno (oggetti di ogni tipo, anche appositamente costruiti, suoni catturati con il registratore, suoni ricavabili da dischi, cassette, CD).

I progetti

L'attività si articola nella realizzazione di progetti. I temi che li ispirano possono essere di varia origine: una parola, un racconto, una poesia, altri tipi di testo, un sentimento, una composizione grafica, un oggetto di percezione (suono, colore), proposti e concordati socialmente.

I prodotti

Sono gli oggetti sonori complessi, cioè le composizioni realizzate con oggetti sonori più semplici (quelli già indicati come materiali sonori), ma anche le partiture grafiche e le registrazioni necessarie a fissarli e a consentirne successive manipolazioni e riproduzioni.

L'analisi

Riguarda sia i prodotti (analisi uditiva per le registrazioni e visiva per le partiture), sia i progetti. Lo strumento principale è la discussione. I mezzi tecnici sono quelli compresi nella dotazione del laboratorio. Il computer, in particolare, è attrezzato, nel hardware e nel software, per la registrazione, la riproduzione, la scomposizione e la ricomposizione dei suoni. Progetti e prodotti non vengono analizzati solo al loro completamento, ma anche in corso d'opera, ogni volta che nasca la necessità di verifiche sul percorso, sulle tecniche, sui materiali.

La documentazione

L'attività viene documentata (registrata, verbalizzata) e divulgata con modalità e mezzi da decidere socialmente. I mezzi potrebbero essere richiesti all'esterno dell'ambito che ospita il laboratorio (vedi qui sotto).

I rapporti con l'esterno

Si auspicano incontri e scambi con altre realtà interne o esterne: corsi o scuole musicali, scuole o laboratori di danza, teatro, belle arti, video, cinema, enti dello spettacolo, altre istituzioni interessate al suono sotto il profilo estetico, creativo, scientifico, ambientale. Gli scambi avverrebbero sulla base di progetti comuni. Tra le modalità e gli obiettivi si suggerisce la possibilità di scegliere un tema comune (vedi sopra, I progetti) da svolgere in autonomia nei diversi contesti, per poi integrarne i diversi esiti in un unico prodotto.

Ricadute didattico-formative

La prassi della composizione informale e il trattamento dei materiali sonori già indicati comportano esperienze complesse, che possono diventare occasioni per scoprire o riscoprire una realtà acustica spesso subita (riflettendo magari su come migliorarla) e per affrontare, attraverso l'esperienza concreta, argomenti specificamente musicali, come, ad esempio:

  • la natura del suono e della musica, il suono e i suoi parametri, il suono e il silenzio;
  • la notazione, cui si arrivi per la necessità di "fissare" le sequenze improvvisate attraverso una rappresentazione grafica dei parametri dei suoni: durate, altezze, intensità, timbro;
  • gli strumenti musicali, la cui evoluzione tecnica è partita, molto tempo fa, proprio dai mezzi più elementari di produzione del suono: oggetti dei materiali più vari da percuotere, pizzicare, strofinare, in cui soffiare;
  • l'ascolto di musiche di ogni tempo e di ogni cultura, evidenziandone le diverse funzioni e i rapporti con altre forme di espressione;
  • l'alfabetizzazione, intesa qui come apprendimento di elementi di teoria musicale e acustica (cos'è la musica, cos'è il suono) e della notazione musicale tradizionale (la collocazione delle note sul pentagramma) a partire dall'analisi di suoni organizzati (ad es.: canzoni) e non organizzati (che fanno parte del nostro quotidiano paesaggio sonoro);
  • la pratica esecutiva di musiche per voci e/o strumenti, secondo le competenze dei partecipanti e la disponibilità di materiali;
  • la costituzione di piccoli gruppi strumentali o corali.

Le varie fasi in cui si articola l'attività sono anche occasioni per ragionare e interrogarsi su questioni più generali: che cosa significhi e che cosa comporti definire, scegliere e rispettare delle regole, comporre e progettare, inventare e utilizzare tecniche e codici finalizzati alla realizzazione del progetto ecc.

Questo documento è un documento aperto. Chi legge è invitato a proseguirne la stesura, arricchendolo di domande e di proposte.

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