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Vigilare sull'armonizzazione dei curricoli


di Augusto Daltoso (docente di Ed. Musicale, S. Media ad Indirizzo Musicale, Vicenza) da SIEM Informazione di aprile 2000

E' difficile esprimere una valutazione di fronte ad un complesso di provvedimenti che non sembrano sempre rispondere ad un progetto unitario e definito. Mi sembra in un certo senso appropriato parlare di rivoluzione: tutto (o quasi) sembra in discussione, ma non tutto ciò che vediamo avvenire ha un segno positivo, quantomeno perché spesso si coglie una certa contraddittorietà se non tra le finalità delle azioni intraprese, quantomeno tra le loro concrete realizzazioni. Per esempio, la riconduzione ad ordinamento dei corsi (ex sperimentali) di scuola media ad indirizzo musicale rappresenta un passo importante verso l'integrazione della formazione musicale - anche oltre l'educazione musicale di base - nel sistema scolastico italiano. Si consideri anche che lo stesso provvedimento ha introdotto dei programmi di studio per gli strumenti e per le discipline teoriche e propedeutiche caratterizzati da un impianto pedagogicamente e didatticamente avvertito e, almeno per certi aspetti, innovativo. Peccato che la struttura curricolare prevista presenti delle crepe (non favorisce, al di la' delle buone intenzioni, una reale integrazione tra le discipline più operative e l'educazione musicale curricolare); peccato soprattutto che tutta l'operazione sia stata condotta in porto senza porsi il problema dell'armonizzazione tra questo provvedimento e gli altri in corso: non risulta - almeno in forma pubblica - come queste strutture verranno investite dal riordino dei cicli scolastici (quale collocazione - pedagogico-didattica, curricolare, giuridica - avranno gli insegnamenti e gli insegnanti in questione nel futuro ciclo primario?), o dall'estensione a tutte le istituzioni scolastiche dell'organico funzionale (dati i parametri quantitativi attualmente noti per la determinazione delle risorse organiche da attribuire alle scuole, come considerare i docenti di strumento, che nei suddetti parametri non rientrano?).

Il problema dei licei musicali è, a mio avviso, che sono ancora delle entità fantasmatiche: faccio fatica a stabilire quali relazioni siano auspicabili con gli ectoplasmi. Decretatane con tutti i crismi l'esistenza - almeno in quanto luoghi della mente - in più provvedimenti legislativi, avviata la sperimentazione di un loro possibile modello curricolare (già si dice che queste sperimentazioni verranno abbandonate: ma forse sono i soliti "boatos" delle fasi rivoluzionarie), resta da determinare: il loro ruolo nel sistema formativo complessivo e specifico musicale; quale struttura organizzativa e curricolare avranno; se e in che modo dovranno raccogliere l'eredita' degli "ex" conservatori in procinto di divenire istituzioni universitarie. Se costituiranno la struttura della formazione ad indirizzo musicale nel ciclo secondario, e' ovvio che si porranno come un possibile sbocco per le analoghe strutture di quello primario. In generale penso che la SIEM debba assumersi il ruolo, in una fase di trasformazione come questa, di mantenere in un certo senso la vigilanza su quanto l'amministrazione scolastica intraprende, e - soprattutto - su come le iniziative di riforma vengono realizzate.

La rapidità con cui ultimamente molte decisioni vengono assunte e' da un certo punto di vista un segnale di evoluzione in un mondo abituato ad aspettare per decenni la conversione di strutture "sperimentali"; questo rende pero' necessaria una maggiore prontezza e determinazione nel prendere posizione sui nodi che ci stanno a cuore. Si tratta in sostanza di contribuire a sciogliere i tratti di ambiguità e indeterminatezza quali quelli che ho indicato prima. E' anche necessario non perdere uno sguardo "di insieme" sulla situazione: il fatto che molto del fervore innovativo di questo ministro appaia spesso piuttosto scoordinato e' di per se' un limite: penso che dovremmo assumerci il compito di individuare e denunciare contraddizioni, ritardi, sfasature. Senza contare che nel polverone possono farsi strada impostazioni e decisioni anche nettamente criticabili: uno dei prossimi importanti "appuntamenti" e' quello con la determinazione dei curricoli delle scuole autonome (e riordinate).

Esiste il sensato timore che possa trovare spazio la linea dello spostamento della musica nell'ambito di ciò che poco tempo fa si sarebbe definito extra-curricolare (attività più o meno facoltative, aggiuntive rispetto ai contenuti fondamentali del curricolo formativo) e' ciò che di fatto sta avvenendo nella scuola superiore, e che qualcuno potrebbe pensare di estendere anche alla scuola di base; la SIEM dovrà contrastare con forza una simile impostazione, che comporterebbe una sostanziale limitazione del senso e del ruolo formativo del musicale (e che iniziative per altri aspetti lodevoli - come l'introduzione dei laboratori musicali - potrebbero contribuire a legittimare).

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